Bruxelles – Per il settore digitale nell’Unione Europea oggi è “l’inizio di una nuova era“. Non ha usato giri di parole il relatore per il Parlamento Europeo, Valter Flego (Renew Europe), nel sottolineare l’appoggio dell’Eurocamera al programma Europa Digitale da 7,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Dopo il via libera del Consiglio dell’UE lo scorso 16 marzo, gli eurodeputati hanno confermato il sostegno al primo programma interamente dedicato al settore digitale.
“Siamo riusciti a raggiungere questo risultato senza ritardi“, è stato il commento di soddisfazione del relatore del gruppo Renew Europe, “qualcosa di fondamentale per stare al passo con la rapidità della rivoluzione digitale”. Se all’inizio di questo percorso “c’era scetticismo” sulle possibilità di digitalizzazione della società europea, “la pandemia COVID-19 ha dimostrato che l’industria digitale svolge un ruolo decisivo per un futuro più resiliente“. Un futuro in cui “potremo creare posti di lavoro grazie alle nuove scoperte scientifiche”, ha promesso Flego, ma anche “superare il divario digitale sia nel settore pubblico sia in quello privato”, per affrontare le “sfide nel campo dell’istruzione, della sanità e dei cambiamenti climatici”.
Il relatore per il Parlamento UE ha fissato gli obiettivi: “L’indipendenza strategica europea e la competitività sulla scena globale“, oltre al “rafforzamento della fiducia dei cittadini e la trasparenza e velocità dei servizi”. Come testimoniato da Flego, tutto questo potrà essere raggiunto grazie all’importo del programma Europa Digitale, “anche se da solo non può sviluppare tutte le capacità degli Stati membri”. Ecco perché “servono sinergie tra fondi, programmi complementari e un’integrazione con il programma Horizon Europe e il quadro finanziario 2021-2027“. In questo modo “l’Unione Europea potrà essere leader nel mondo, non possiamo sprecare questa occasione”, ha concluso l’intervento l’eurodeputato croato.
Presente in Aula ad accogliere la relazione è stato il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius. “Sono grato al Parlamento per il sostegno al programma, che ci permetterà di colmare il divario con Stati Uniti e Cina“, ha esordito il commissario. Il punto di partenza è proprio la risposta alle vulnerabilità mostrate in un anno di crisi COVID-19, per raggiungere il “pieno dispiegamento delle tecnologie all’avanguardia, in particolare per le piccole e medie imprese“. Il finanziamento complessivo pari a 7,5 miliardi di euro sarà suddiviso in cinque aree di sviluppo: calcolo ad alte prestazioni (2,2 miliardi di euro), intelligenza artificiale (2,1 miliardi), sicurezza informatica (1,6 miliardi), competenze digitali avanzate (577 milioni) e attuazione dell’interoperabilità (1,1 miliardi).
Il commissario Sinkevičius ha poi ribadito che l’UE sta mobilitando “risorse senza precedenti” per la transizione verde e digitale, ricordando che la Commissione ha già presentato la “pietra angolare” per il potenziamento delle capacità tecnologiche dell’Unione: la Bussola Digitale 2030, “una strategia umanocentrica a beneficio di tutti i cittadini e le imprese europee”.
Il dibattito in Aula
Dagli interventi degli eurodeputati dei diversi gruppi parlamentari è emersa una sostanziale condivisione delle aspettative sul nuovo programma. Pilar del Catillo Vera (PPE) ha sottolineato il fatto che “dobbiamo potenziare la nostra infrastruttura digitale”, dal momento in cui “siamo sommersi dall’economia dei dati”. Questo obiettivo si potrà raggiungere attraverso l’acquisizione di super-computer di ultima generazione” (come nel caso di Vega, attraverso l’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni) e “gli investimenti in progetti strategici sull’intelligenza artificiale“. Il relatore-ombra per il gruppo S&D, Carlos Zorrinhos, ha fatto notare che l’approvazione del programma è importante “proprio per il volume degli investimenti” e per “la governance flessibile, che può integrare altri fondi comunitari“.
Secondo l’europarlamentare italiano Nicola Danti (Renew Europe), “questo è uno strumento importante per raggiungere la leadership in un settore in cui non riusciamo a stare al passo con i concorrenti globali”. La collega Isabella Tovaglieri (ID) ha invece posto l’attenzione sulla “difesa dei diritti dei cittadini e delle PMI, ma anche degli interessi nazionali e sovranazionali”, in un momento in cui l’utilizzo massiccio delle tecnologie “ha favorito gli attacchi informatici”.
Dal gruppo dei Verdi/ALE è stata espressa soddisfazione per “l’iniziativa paneuropea di sostegno alle imprese e la garanzia di scrutinio parlamentare”, come ha commentato Damian Boeselager. Unica presa di distanze è stata quella di ECR, che attraverso le parole dell’eurodeputata Jessica Stegrund ha attaccato “l’erogazione di miliardi di euro dall’alto, non il mezzo migliore per creare industria e ricchezza”.