Bruxelles – Permangono elementi che impongono cautele e attenzioni, ma nel complesso l’Europa si prepara a vivere una nuova, migliore, fase economica. avere un nuovo inizio. “Il primo trimestre dell’anno non è stato buono, il secondo trimestre si è rivelato migliore del precedente, e nella seconda metà del 2021 dovremmo avere un rimbalzo forte e una crescita robusta“. La sintesi delle prospettive per l’area euro la offre Christine Lagarde. La presidente della Banca centrale interviene al dialogo economico dell’Aspen Institute per lanciare messaggi di ottimismo.
Riconosce una volta di più che “permangono rischi al ribasso” per l’immediato vista “le varianti del virus” e il fatto che la pandemia di COVID è ancora in atto, mentre non si sbilancia sulla Brexit. “E’ ancora troppo presto per dire quali saranno gli impatti economici, anche se al momento vediamo una contrazione nel commercio che comunque penalizza più il Regno Unito”. Ammette quindi che l’inizio e l’accelerazione delle vaccinazioni contribuiscono a indurre a parlare della tanto agognata “luce in fondo al tunnel”. Ma non c’è solo questo. Anche il pacchetto di aiuti varato dal nuovo presidente degli Stati Uniti per ridare slancio all’economia a stelle e strisce “gioca un ruolo” nella ripartenza a dodici stelle.
L’attuale numero uno della BCE tiene quindi a precisare che è pronta ad andare oltre l’operato di Mario Draghi. “Non ho mai ripetuto ciò che diceva il mio predecessore, e cioè che avrei fatto tutto il necessario. Ho detto che il nostro sostegno per l’euro non avrà limite“. Conferma dunque la disponibilità ad andare avanti con quanto fatto finora per contrastare la pandemia e, in caso, a procedere anche oltre. E ne approfitta per spiegare che uno dei motivi perché scelse di lasciare il Fondo monetario internazionale, istituto mondiale, per la BCE, istituzionale europea, è perché “è una finestra più piccola, è vero, ma offre più strumenti e maggiore potenza di fuoco”.
A proposito di fuoco, Lagarde non si sottrae alla domanda sullo scottante caso Sofagate. “Siamo pieni di episodi simili, purtroppo. Il sofagate non è che un’espressione di sessismo” che pure assicura di aver visto e toccato con mano anche dall’altra parte dell’Atlantico, a Washington DC, quando guidava il Fondo monetario. Ma nella sua risposta asciutta, secca, essenziale, inchioda il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alle sue responsabilità. Quindi invita le pari-genere a non cedere. “Le donne non si spaventino a comportarsi come farebbe un uomo, non dobbiamo arrenderci”.