Roma – Sette italiani condannati dalla giustizia italiana per atti di terrorismo e soggetti a mandato d’arresto sono stati fermati questa mattina in Francia, ha comunicato la presidenza della Repubblica francese alla stampa. Secondo l’Eliseo, anche altri tre “brigatisti” ricercati non erano a casa loro e sono ancora ricercati.
“La giustizia è ora responsabile della questione. Deciderà in modo indipendente sui casi singolarmente”, precisa l’Eliseo.
Le autorità italiane avevano inizialmente chiesto l’estradizione di 200 persone ma “un importante lavoro preparatorio bilaterale (…) ha portato a concentrarsi sui reati più gravi” e le “10 richieste trasmesse alla Corte d’Appello di Parigi rientrano strettamente nel quadro della “dottrina Mitterand”, poiché si tratta di crimini di sangue”, si specifica all’Eliseo.
L’ex presidente socialista si era impegnato verbalmente nel 1985 a non estradare ex attivisti italiani di estrema sinistra che si erano rifugiati in Francia, ad eccezione di coloro che avevano commesso crimini di sangue. Una scelta che da allora gravava sui rapporti tra Roma e Parigi. Ma negli ultimi vent’anni il dialogo tra i due governi si è intensificato, concentrandosi in particolare sulle persone condannate per fatti di sangue.
“Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta- afferma il presidente del Consiglio Mario Draghi in una nota -.La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime”.
I fermati sono Marina Petrella, Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, e Sergio Tornaghi, delle Brigate Rosse, con loro Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua (condannato come mandante dell’omicidio del commissario Calabresi) e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre per ora sfuggiti alla polizia francese sono Maurizio Di Marzio, ex BR, Raffaele Ventura, 4 condanne per omicidio, e Luigi Bergamin dei Pac, il gruppo di Cesare Battisti.
Secondo l’eurodeputato della Lega Marco Dreosto “grazie all’autorevolezza del governo italiano, si decreta la fine della ‘dottrina Mitterrand’ consegnando alla giustizia i brigatisti e terroristi rossi che per troppi anni sono stati impuniti per le sofferenze che hanno causato alle loro vittime, ai famigliari di queste e allo Stato italiano”. A giudizio del leghista “da quando Matteo Salvini fece pressioni al Brasile per la consegna di Cesare Battisti agli arresti di oggi, il segnale che lo Stato italiano manda ai latitanti è forte e chiaro: dovete pagare per i vostri crimini”.
“È un’ottima notizia quella dell’arresto di ex terroristi presenti in Francia. Così è più forte l’Europa”, ha dichiarato l’europarlamentare PD Pierfrancesco Majorino.