Bruxelles – Agricoltura smart e sequestro di anidride carbonica dai terreni agricoli per la neutralità climatica. La Commissione Europea punta anche sulla cosiddetta agricoltura del carbonio (carbon farming) per centrare i suoi obiettivi climatici a medio e lungo termine ed entro la fine dell’anno pubblicherà un piano d’azione per promuovere tecniche di sequestro del carbonio attraverso il suolo come nuovo modello di business verde che crea una nuova fonte di reddito per tutta la filiera della bioeconomia. L’iniziativa era stata annunciata nella strategia Farm to Fork (Dal campo alla tavola) pubblicata a maggio 2020 e prevederà un quadro normativo per la certificazione delle rimozioni di carbonio in modo da tenerne traccia.
Lo rende noto l’Esecutivo comunitario pubblicando il rapporto finale di uno studio biennale (2018-2020) sul tema dell’agricoltura del carbonio insieme a un manuale di orientamento tecnico per attori privati e le autorità pubbliche per aiutarli a lanciare un numero crescente di iniziative in questo settore. Lo studio conclude che l’agricoltura del carbonio basata sui risultati “può contribuire in modo significativo agli sforzi dell’UE per affrontare il cambiamento climatico”, apportando benefici in termini di sequestro e stoccaggio del carbonio e altri benefici collaterali, come anche l’aumento della biodiversità e la conservazione degli ecosistemi.
Bruxelles vuole sviluppare queste iniziative a livello locale o regionale e un ruolo centrale sarà svolto dagli eco-schemi della nuova Politica agricola comune (PAC) in corso di negoziati a Bruxelles. La cattura del carbonio dal suolo figura infatti nell’elenco pubblicato dalla Commissione di potenziali pratiche agricole da finanziare attraverso questi ecoschemi, strumenti finanziari a sostegno degli agricoltori più attenti alla pratiche sostenibili. Il settore primario è attualmente responsabile di circa il 10 per cento delle emissioni totali di gas a effetto serra (GHG) dell’Unione europea, ma è anche uno dei settori con un potenziale maggiore per intervenire con l’assorbimento delle emissioni e offre nuove opportunità di reddito per gli agricoltori, nell’ottica di “fissare un prezzo al carbonio”, ovvero far pagare le imprese agricole che inquinano di più e invece dare un contributo a chi impiega pratiche di assorbimento. Con il Green Deal, l’UE vuole premiare quelle tecniche che permettono di aumentare la sottrazione di anidride carbonica accumulata nell’atmosfera, ad esempio con la semina di colture di copertura nei terreni vuoti. “È un esempio di come gli ecosistemi e i finanziamenti privati della nuova politica agricola comune possono premiare le pratiche agricole che ci aiutano a combattere le crisi climatiche e della biodiversità”, ha sottolineato il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans. In base a come andranno i negoziati tra Parlamento e Consiglio gli eco-schemi possono portare agli agricoltori da 38 a 58 miliardi di euro.
Il documento riconosce che l’agricoltura del carbonio ”ha il potenziale per contribuire in modo significativo alla mitigazione del cambiamento climatico” ma rimangono alcune questioni di attuazione che devono ancora essere affrontate prima che l’agricoltura basata sul carbonio raggiunga il suo obiettivo di diventare un vero modello di business per il settore. Intanto promuovere nuovi sviluppi tecnologici e metodologici per ridurre gradualmente i costi di monitoraggio e migliorare la verifica delle emissioni, sia attraverso programmi di ricerca pubblici che attraverso investimenti privati.