Bruxelles – La Commissione europea ha acclarato il conflitto di interesse tra il primo ministro ceco Andrej Babiš e il colosso aziendale agroalimentare, chimico ed edilizio Agrofert, da lui fondato nel 1993. Lo rivelano i risultati definitivi di un’ispezione realizzata dai revisori dei conti dell’esecutivo europeo al termine di un lavoro durato alcuni anni.
L’analisi ha dimostrato che Babiš ha potuto esercitare un controllo effettivo su Agrofert e di influire allo stesso tempo in qualità di primo ministro sui negoziati del bilancio europeo mettendosi nella condizione di permettere l’accesso la compagna a svariati milioni di euro di finanziamenti europei. Le dimissioni di Babiš da amministratore unico della società nel febbraio 2017 e l’affidamento della società a due trust non hanno permesso al politico ceco di scampare al conflitto di interesse. Ma per i revisori “Babiš controlla i due trust e attraverso loro controlla il gruppo Agrofert”.
A causa della violazione delle norme europee sul conflitto di interesse ora la società e la Repubblica Ceca di conseguenza sono chiamati a rimborsare 11 milioni di euro a Bruxelles. L’opposizione ha annunciato un’azione per evitare che tali finanziamenti fuoriescano dai confini nazionali.
Il capo del governo ceco però sostiene di aver pienamente rispettato la “Lex Babiš” sui conflitti di interesse, che nella sua versione dei fatti è stata approvata dal parlamento ceco per tenerlo lontano dalla politica limitando le sue possibilità nell’attività di impresa.
Per il primo ministro si tratterebbe di una congiura architettata dai suoi detrattori più astuti e dai suoi avversari politici in vista delle elezioni legislative che si terranno nel Paese a ottobre 2021. Nel campo della politica interna Babiš (più volte accostato a Silvio Berlusconi per gli intrecci tra la sua carriera politica e quella imprenditoriale) sta subendo una perdita di consensi a causa delle critiche sulla gestione della pandemia di COVID. Gli ultimi sondaggi parlano di un superamento di una possibile alleanza governativa tra i Pirati e il movimento centrista STAN (Sindaci e Indipendenti) su Azione dei Cittadini Insoddisfatti (ANO), il partito del premier.
Negli ultimi giorni il primo ministro ceco ha innescato un conflitto diplomatico ordinando l’espulsione di 18 diplomatici russi sulla scorta di un rapporto dell’intelligence nazionale che attribuiva ai servizi segreti russi del GRU la responsabilità di aver attaccato un deposito di munizioni ceco nel 2014. Secondo un’altra versione dei fatti, tuttavia, l’esplosione sarebbe riconducibile a una inadeguata gestione del sito. Questo sta già gettando altre ombre sull’operato di Babiš.