Bruxelles – È atteso per venerdì 23 aprile un nuovo parere scientifico dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) sulla somministrazione del vaccino antI COVID sviluppato da AstraZeneca. Lo ha ricordato la commissaria europea per la Salute Stella Kyriaides durante uno scambio di opinioni al Parlamento europeo. Il rapporto dell’EMA produrrà delle indicazioni per i 27 Paesi membri dell’UE per indirizzarli a un maggiore coordinamento sull’uso del siero dell’azienda anglo-svedese che attualmente risente delle scelte dei governi europei sui limiti per la sua inoculazione (ogni Stato ha introdotto dei limiti di età, la Danimarca invece ha sospeso le iniezioni).
Per la responsabile alla salute della Commissione europea la parola d’ordine è “coordinamento”, caratteristica indispensabile in un momento in cui l’esitazione sui vaccini si fa spazio nel continente in virtù dei timori sui rischi avversi rari riscontrati durante la campagna vaccinale. “Siamo tutti sulla stessa barca, più ci coordiniamo, nei messaggi che diamo ai cittadini, nelle decisioni sulle misure di distanziamento e sulla vaccinazione e meglio sarà”. La comunicazione a livello europeo resta prioritaria, proprio perché, come affermato dagli stessi eurodeputati della commissione parlamentare per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (ENVI), “molte battaglie sono state vinte, ma la guerra non è ancora terminata”.
Attualmente l’Unione Europea ha somministrato 117 miloni di dosi di vaccini contro la COVID-19, ha immunizzato oltre 30 milioni di cittadini e procede a un ritmo di 3 milioni di somministrazioni al giorno. “Siamo al giro di boa, ma c’è molta strada da percorrere”, avverte Kyriakides, che stima altre 300 milioni di dosi per il secondo trimestre del 2021. “Ora più che mai torna utile l’esigenza di una forte Unione Europea della salute, solo così possiamo affrontare più efficacemente le minacce sanitarie e proteggere meglio i cittadini”.
Lo sguardo è però teso anche alle sfide future. Dopo aver approvato la procedura d’urgenza per accelerarne l’adozione, l’Eurocamera aspetta delle risposte sul pass verde che garantirà delle regole condivise per la libera circolazione nell’UE nei prossimi mesi. La commissaria sottolinea l’importanza di ascoltare le raccomandazioni date dalla scienza. “Dobbiamo evitare discriminazioni sui viaggi, ma noi dobbiamo mostrarci flessibili alla continua evoluzione delle conoscenze scientifiche”, continua Kyriakides. In attesa del lancio ufficiale del pass, previsto per fine giugno 2021, si delinea con maggiore chiarezza il quadro normativo. Kyriakides ha anticipato la possibilità che per i viaggi da e verso i Paesi terzi la vaccinazione potrebbe essere un requisito fondamentale, ma nel Consiglio UE sono state sollevate delle resistenze sull’inclusione dei test rapidi tra i criteri previsti dal pass verde in virtù della minore attendibilità del loro esito. “Al momento è un’ipotesi esclusa”, ha affermato la politica cipriota.
Per il lungo termine la Commissione sta scommettendo anche sulla futura Agenzia “Hera”, il cui inizio dei lavori è previsto per il 2023. Al momento il suo precursore, l’incubatore Hera, si sta occupando di sviluppare sinergie tra ricerca, industria e autorità di regolamentazione per lo sviluppo di una nuova generazione di vaccini che possa efficacemente intervenire contro le varianti del coronavirus. Si tratta di un altro elemento che serve all’Unione Europea per costruire, insieme ad altre iniziative come il piano per il cancro e la strategia farmaceutica, le fondamenta di un’Unione della salute.
“‘Ambizione’ è la parola che ci deve guidare. Se vogliamo costruire un’Europa più sana, se vogliamo tornare presto a una vita normale, dobbiamo essere ambiziosi e lavorare su tutti gli aspetti”, ha aggiunto Kyriakides. “Da parte nostra noi stiamo apprendendo in continuazione e cerchiamo di trarre lezioni dalle situazioni del passato”. La commissaria chiede lo stesso atteggiamento soprattutto in vista delle minacce future, a partire dalla crisi sanitaria che potrebbe essere innescata dal problema della resistenza antimicrobica, per cui l’esecutivo europeo si appresta a varare presto un piano d’azione, e passando agli altri interventi richiesti in campo ambientale e sanitario, come la strategia per la protezione della api dai pesticidi e l’accesso dei consumatori alle medicine oncologiche.