Bruxelles – Rafforzare i regimi europei di qualità. Questo l’obiettivo della revisione dei sistemi delle Indicazioni Geografiche (IG) dell’UE per i prodotti agricoli e alimentari e le bevande” che la Commissione Europea presenterà in autunno per l’adozione entro la fine dell’anno. Lo conferma Nathalie Sauze vandervyer, membro della DG Agri dell’Esecutivo europeo in audizione al Parlamento europeo nella commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI), facendo un punto sulla strategia.
L’obiettivo è quello di rafforzare i regimi di qualità che stabiliscono diritti di proprietà intellettuale per prodotti specifici, le cui qualità sono specificamente legate alla zona d’Europa in cui vengono prodotti. Per fare in modo “che il patrimonio culturale e gastronomico europeo venga preservato”, come ha specificato la stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella lettera d’incarico formulata nel 2019 per il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.
Rivedere sì, ma non stravolgere. Questo l’appello degli eurodeputati della commissione AGRI per uno snellimento della burocrazia e per una semplificazione senza però stravolgere un sistema dei regimi di qualità in Unione Europea che tutto sommato funziona. E “funziona correttamente”, sottolinea l’eurodeputato S&D, Paolo De Castro, nel suo intervento in Aula. Quindi ‘no’ a stravolgimenti della politica attuale o alla creazione di nuove agenzie. Opportuna però una “semplificazione che deve coincidere con un rafforzamento del ruolo della DG Agri che si occupa di questa area“. Ma è emersa anche anche la necessità di rafforzare il ruolo dei Consorzi di tutela nel processo di revisione, che hanno la precisa funzione di tutelare le produzioni agroalimentari Dop e Igp.
“Occorre che siano in grado di governare e gestire l’offerta”, ha avvertito De Castro, il quale sottolinea anche l’importanza della politica di promozione europea per la tutela delle indicazioni geografiche. Un bene che sia stata avviata la revisione dei sistemi delle indicazioni geografiche che ha permesso ai prodotti di europei di cresce grazie alle loro qualità”, ha aggiunto anche Dino Giarrusso, eurodeputato del Movimento 5 Stelle tra le file dei Non Iscritti (NI). Insiste anche Giarrusso sul ruolo dei Consorzi. “Dovremmo però velocizzare le tempistiche di approvazione e non rendere i controlli meno approfonditi, ma velocizzandoli e rafforzando il ruolo dei Consorzi di tutela”. La Commissione UE è d’accordo sul fatto che non debbano esserci “rivoluzioni o veri e propri stravolgimenti del sistema attuale”.
La revisione si inquadra nella strategia dell’Esecutivo Farm to Fork (“Dal campo alla tavola”), il pilastro del Green Deal che si occupa del settore agroalimentare. Con i suoi regimi di qualità – indicazione geografica (IG), denominazioni di origine protette (DOP) , Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialità Tradizionali Garantite (STG) – l’Unione europea tutela quasi 3.400 nomi di prodotti specifici, tra prodotti agricoli e alimentari, prodotti della pesca e dell’acquacoltura e vini. Si è chiusa il 9 aprile la consultazione pubblica – aperta il 15 gennaio – per raccogliere opinioni e pareri per la revisione.