Nel corso di una generazione, la tecnologia ha modificato radicalmente il nostro modo di vivere, lavorare, fare acquisti, comunicare e connetterci. Di pari passo vi è stato un cambiamento negli atteggiamenti e nelle aspettative dei cittadini, che ormai chiedono sempre più voce in capitolo nel processo democratico, al di là delle sole consultazioni elettorali. Dobbiamo quindi ripensare anche il modo in cui facciamo politica. La Conferenza sul futuro dell’Europa è la nostra risposta ai cambiamenti in atto, il segnale di un nuovo modo di pensare a livello dell’UE. Noi, in qualità di copresidenti, in rappresentanza del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, insieme ai parlamenti nazionali e alle autorità regionali e locali, invitiamo i cittadini di tutta l’Unione europea a fare sentire la propria voce. La Conferenza porta al centro della ribalta l’impegno e la responsabilizzazione dei cittadini. Si tratta del loro futuro, perciò la Conferenza appartiene a loro.
Nel corso degli ultimi anni molte delle visioni rivolte al futuro sono andate appannandosi. Nessuno nell’UE è uscito indenne dalla pandemia di COVID19 e dalle sue conseguenze. I cittadini si chiedono come potremo configurare – una volta superata la crisi – un’economia più resiliente, sostenibile e inclusiva. Desiderano vederci più preparati a rispondere efficacemente alle sfide comuni che ci troviamo ad affrontare come europei. Più pronti a sostenere i nostri valori e interessi. I cittadini elaboreranno e formuleranno proposte concrete che indirizzeranno l’esito della Conferenza. Si tratta di un’occasione offerta a tutti noi per plasmare il futuro dell’Europa nei prossimi decenni e oltre.
Il mese scorso, firmando la dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il primo ministro portoghese António Costa, a nome della Presidenza del Consiglio, e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, hanno avviato un esercizio di democrazia deliberativa senza precedenti a livello dell’UE. Basterebbe questo per capire che siamo di fronte a un nuovo capitolo politico. È la prima volta che le tre istituzioni dell’UE decidono di unirsi ai parlamenti nazionali, alle autorità regionali e locali, alle parti sociali e ai rappresentanti della società civile per portare avanti un progetto autenticamente comune. I principi di inclusione, apertura e trasparenza della Conferenza sono sanciti nella sua governance e ci ispirano lungo tutto il processo. Consideriamo fondamentale soprattutto entrare in contatto con la cosiddetta maggioranza silenziosa, anche se si tratta di cittadini critici o scettici nei confronti del progetto dell’Unione europea.
Come possono partecipare i cittadini? In primo luogo, iscrivendosi agli eventi, seguendoli e organizzandone di propria iniziativa, proponendo e scambiandosi idee e contribuendo alle deliberazioni attraverso la piattaforma digitale multilingue che inauguriamo oggi (http://www.futureu.europa.eu).
Questa piattaforma rappresenta il principale accesso virtuale mediante il quale partecipare attivamente alla Conferenza. Chi intende organizzare un evento deve impegnarsi a rispettare la Carta della Conferenza, contribuire con spirito costruttivo e astenersi dal condividere contenuti illegali, che incitano all’odio, deliberatamente falsi o fuorvianti.
Sulla base di pratiche deliberative consolidate, le discussioni sulla piattaforma saranno strutturate intorno a dieci temi principali, menzionati nella dichiarazione comune: Cambiamenti climatici e ambiente, Salute, Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione, Trasformazione digitale, Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza, Migrazione, Istruzione, cultura, gioventù e sport, L’UE nel mondo, Democrazia europea. Ma l’elenco non è esaustivo. Anche i cittadini possono proporre le proprie idee: un rigoroso meccanismo di feedback garantirà infatti che le idee formulate si traducano in raccomandazioni concrete per le future azioni dell’UE.
I cittadini potranno inoltre partecipare a gruppi di discussione paneuropei composti da cittadini selezionati a caso. Questi gruppi, liberi da vincoli legati ad interessi acquisiti o alla politica, formati in modo da essere rappresentativi in termini di origine geografica, sesso, età, contesto socioeconomico e livello di istruzione, delibereranno e proporranno idee e raccomandazioni politiche che confluiranno nella sessione plenaria della Conferenza e nella relazione finale che plasmerà il futuro processo decisionale dell’UE.
Un altro fattore che differenzia la Conferenza da iniziative passate è la scelta deliberata di evitare un esito predeterminato, perché non è certo partendo dalle conclusioni che si avvia un dibattito significativo. Alcuni ci chiederanno perché non abbiamo deciso in anticipo dove vogliamo andare a parare, ma su questo punto siamo irremovibili. Solo i cittadini possono indicare la strada. Siamo convinti che se noi politici indicassimo in anticipo la strada da seguire faremmo più danni alla democrazia europea che non facendo assolutamente nulla. Siamo invece pienamente risoluti a dare un seguito concreto alle raccomandazioni dei cittadini.
La Conferenza non è una panacea per tutti i mali e non è destinata a sostituire la democrazia rappresentativa, ma piuttosto a integrarla. I suoi risultati finali, basati sul contributo dei cittadini, verranno presentati ai tre presidenti in una relazione ufficiale prevista per la primavera del 2022. Ma questa data non segnerà la fine dei lavori, perché i politici dell’UE attingeranno ai risultati della Conferenza nel quadro del processo di elaborazione delle politiche, rendendo così la nostra democrazia più resiliente e più reattiva. Stiamo cercando di spronare anche i giovani europei a impegnarsi con noi, perché è in ballo innanzitutto il loro futuro.
Questa volta la musica è davvero cambiata. I cambiamenti sociali, tecnologici e geopolitici non stanno certo ad attendere le nostre prime mosse. Abbiamo la scelta: andare a rimorchio dei cambiamenti o dettarne il percorso. L’auspicio è che tra qualche anno i cittadini ricordino questo momento come quello in cui l’Unione europea ha dimostrato coraggio e spirito innovativo nel reagire alle richieste dei cittadini. Un momento cruciale nella storia della democrazia europea, che pone direttamente i cittadini europei al centro dell’elaborazione delle politiche dell’UE. Ciascuno di noi ha una parte da svolgere in questo sforzo comune.
Il futuro è nelle tue mani. Fai sentire la tua voce.
Guy Verhofstadt, membro del Parlamento europeo; Ana Paula Zacarias, sottosegretaria di Stato per gli Affari europei per la presidenza portoghese del Consiglio; Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea responsabile per la Democrazia e la demografia.