Bruxelles – Mancano sempre meno giorni al conto alla rovescia per la presentazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) e sotto la lente di osservazione dell’Unione Europea ci saranno in particolare i settori relativi all’ambito digitale. Almeno il 20 per cento delle risorse totali dovrà essere investito nella transizione digitale e il Next Generation EU – il meccanismo da 750 miliardi di euro, all’interno del quale si inserisce il Recovery Fund – promette di essere l’occasione del secolo per i Paesi membri dell’UE.
In questo clima di attesa e con questo livello di aspettative si è tenuto oggi (lunedì 19 aprile) lo Smart Event Recovery Fund e crescita digitale: come aiutare i Paesi membri a sviluppare e ottimizzare l’ambiente digitale, dalla connettività all’intelligenza artificiale?, organizzato dalla redazione di Eunews (qui il link al video integrale). Sono le parole di Franco Accordino, capo unità Investimenti nelle reti ad alta capacità della Commissione UE, a riassumere in modo puntuale l’evento: “I piani nazionali vanno strutturati in una logica di sistema“, è stato il consiglio-principe nel corso del suo intervento. Se la fiducia rispetto al piano nazionale italiano arriva dalla visione delle “ultime versioni, che tendono ad andare in questo senso”, Accordino ha comunque sottolineato che sarà necessario mantenere una visione digitale ambiziosa: “Non è importante solo la destinazione finale degli interventi, ma anche le modalità di spesa”. In altre parole, “la rapidità non dovrà cedere il passo all’attenzione verso la qualità dei finanziamenti“.
Moderato da Valeria Manieri, giornalista di Radio Radicale, lo Smart Event ha fornito uno spaccato sulle possibilità di ottimizzazione dell’ambiente digitale in Italia e le condizioni per traghettare il sistema produttivo europeo in una nuova era. Come ricordato da Brando Benifei, membro del comitato speciale sull’Intelligenza artificiale nell’era digitale (AIDA) e del comitato per il Mercato interno e protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento Europeo, siamo entrati nelle “settimane decisive” per le prospettive tecnologiche dell’UE. Dalla presentazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza alla proposta della Commissione Europea sull’intelligenza artificiale, fino alle discussioni al Parlamento UE sulla legislazione in materia di servizi e mercati digitali e gestione dei flussi di dati. “Dobbiamo stimolare l’innovazione e la crescita economica”, ha sottolineato l’eurodeputato, “ma tenendo come punto fisso la protezione dei diritti dei cittadini e i valori europei”.
Il panorama italiano
Connessioni e intelligenza artificiale sono i temi caldi sul tavolo, ma come ha ricordato Accordino, “non possiamo mancare un’opportunità senza precedenti per iniettare capitale nelle buone idee”. È questa l’occasione per superare la frammentazione dei piani “che spesso non si riescono a sintetizzare in un unico sistema generale”. Gli ha fatto eco Benifei, che ha voluto sottolineare l’impegno dei governi Conte e Draghi per “recuperare il tempo perduto”.
Il capo-delegazione del Partito Democratico al Parlamento UE non ha dimenticato che l’Italia è ancora indietro a livello di trasformazione digitale, come dimostra il 25esimo posto su 28 Paesi secondo l’indice DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società), e da qui bisogna partire. Benifei ha invitato a “ribaltare la situazione e aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’innovazione”, con un occhio di riguardo al coinvolgimento delle piccole e medie imprese e agli strumenti che già si possono sfruttare, “come per esempio i digital innovation hub” (poli di innovazione nati per supportare le imprese nella trasformazione digitale).
Su questo solco si è inserito l’intervento di Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT): “Abbiamo la capacità di sviluppare ecosistemi di qualità”, in modo da potenziare le “migliori esperienze di innovazione del nostro Paese”. Secondo Metta, spesso basterebbe “fare un copia-incolla di modelli virtuosi”, senza dover “reinventare la ruota tutte le volte che si sviluppa un nuovo progetto”. In questo senso, sarà necessario incanalare gli investimenti del PNRR verso “chi l’innovazione la fa”, ha spiegato il direttore scientifico dell’IIT. Da una parte, fornendo ai centri di ricerca “programmi chiari e infrastrutture, come connettività e capacità di calcolo”. Dall’altra parte, coinvolgendo le imprese nella ricerca: “Dal punto di vista delle possibilità, non ci devono essere chiusure”, ma bisogna poi intervenire nelle “fasi intermedie, che possono essere critiche e aver bisogno di investitori pubblici e privati”.
Ma se il piano nazionale di ripresa italiano – da presentare entro il 30 di aprile alle istituzioni europee – vorrà avere successo nel colmare le lacune tecnologiche del Paese, molto passerà anche da come saranno affrontare tutte sfide poste dalla digitalizzazione. “Il nostro tallone d’Achille sono le competenze digitali”, ha ricordato l’europarlamentare Benifei, a partire da quelle di base: “Dobbiamo potenziare il capitale umano dei lavoratori e dei cittadini, perché non siano tagliati fuori dalla società del futuro”.
Il primo modo di rispondere a questa esigenza sarà “portare l’Italia nel solco della Bussola Digitale 2030 presentata dalla Commissione Europea” per colmare il divario digitale, coinvolgendo tutti gli attori, “dal governo agli imprenditori, ma anche le scuole e le istituzioni europee”. Ma per l’eurodeputato italiano in quota PD sarà fondamentale anche “essere attenti a collegare lo sviluppo tecnologico con gli obiettivi sociali e territoriali“: in altre parole, “coinvolgere donne, giovani e regioni del Paese che rischiano di essere esclusi”. E infine, “essere rigorosi a non finanziare attività che comunque sarebbero state fatte a prescindere da questi fondi”.
📺 La registrazione integrale dell’evento è disponibile sul nostro canale YouTube: https://youtu.be/qJIzTRfxOyI