Bruxelles – Quindici partecipanti fisse più cinque a invito. Un competizione per poche elette, le più ricche e più attraenti in termini di sponsor.
Il business del calcio ha i suoi Paperoni, che ora si riuniscono nel circolo dei miliardari del pallone con il progetto di SuperLega, o SuperLeague, nuova competizione internazionale infrasettimanale riservata solo ai pochi che ne sono degni. Una decisione che innesca una guerra totale, con i club interessati che si alienano le simpatie di federazioni nazionali, UEFA e pure Unione europea.
Ci sono tre italiane tra i fondatori di questa nuova idea per promuovere il calcio d’élite: Juventus, Milan e Inter. Con loro anche i principali club di Spagna (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid) e Inghilterra (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham).
Una decisione che innanzitutto vede la reazione negativa dei grandi club di Germania e Francia. Bayer Monaco, Borussia Dortmund e Paris Saint-Germain (PSG) rifiutano l’idea di una competizione riservata a pochi ricchi, e difende il principio di diritto alla partecipazione anche per la squadre meno ricche e attrezzate.
UEFA e le federazioni di Italia, Spagna e Inghilterra, sono pronte allo scontro. In una nota congiunta si dicono pronte a “prendere in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada”. Vuol dire che se il gruppo dei 12 va avanti, i giocatori schierati in campo potrebbero essere esclusi dalla competizioni di club e di nazionale sotto l’egida dell’UEFA.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, condanna anche lui l’iniziativa: “Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno progetto della Superlega calcio e – afferma – sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”.
Anche l’Unione europea censura l’iniziativa. Interviene il commissario per la promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, contrario ad ogni idea di sport discriminatorio. “Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, basato sulla diversità e l’inclusione. Non c’è spazio per riservarlo ai pochi club ricchi e potenti che vogliono legami stretti con tutto ciò che rappresentano le federazioni” nazionali, quale competizione, promozioni e retrocessioni. “Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport europeo e del nostro stile di vita europeo“. In sintesi, la Superlega è contro i valori europei, e per questo inaccettabile.
L’intergruppo Sport del Parlamento europeo, che raggruppa 130 parlamentari di 25 nazionalità tra tutti i gruppi politici, ha prodotto un comunicato ufficiale in cui si censura la proposta di “una competizione di super-ricchi che finirebbe col creare una casta privilegiata al di fuori della struttura europea“. Una cosa da evitare, spiega il presidente dell’intergruppo, il socialista belga Marc Tarabella (S&D). “Dobbiamo tutelare il modello sportivo europeo, basato sull’unità e la solidarietà, e la partecipazione di tutti i club alla competizione”. La questione non è più sportiva. E’ politica e sociale. C’è un gruppo di super-ricchi che si chiude al resto del mondo, riproponendo in ambito sportivo il divario che esiste nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni. L’Europa sociale che fa delle politiche di inclusione e di lotta all’esclusione una priorità fa fatica ad accettare una simile iniziativa. La liberale francese Laurence Farreng considera “assolutamente vergognoso che alcuni vogliano privatizzare lo sport, non può esserci calcio, grandi competizioni senza campionati e federazioni”. Emmanuel Morel (GUE), della Sinistra socialista e repubblicana, lancia il suo anatema. “Nuotate nelle vostre piscine di soldi e affogateci. E sapete una cosa? Andrà tutto bene senza di voi”.
In Europa c’è già una super Lega: siamo noi. #SuperLega #SuperLegaEuropea
— Lega Parlamento Europeo (gruppo ID) (@Lega_gruppoID) April 19, 2021
La Lega ci scherza sopra, con un tweet ironico che nasconde un certo dubbio circa la validità di una proposta che la delegazione del Carroccio a Bruxelles non guarda con favore. Alla fine interviene anche David Sassoli. “Dobbiamo difendere il modello di sport europeo”, sostiene il presidente del Parlamento europeo. “Sono contrario al calcio che diventa appannaggio di pochi ricchi, lo sport deve essere per tutti“.