Oggi più che mai la Pubblica Amministrazione è una risorsa strategica per la riuscita delle sfide che l’Italia si trova davanti, prima fra tutte quella del Recovery.
Con un’età media di 56 anni, superiore a quella degli altri Paesi europei, e con pericolose carenze di personale, la PA italiana da circa 15 anni è rimasta bloccata sul piano della formazione e degli investimenti. Superando già le aspettative, il settore ha fatto fronte alla gestione della pandemia, ma ora è necessario un cambiamento di passo: la PA è indispensabile alla nuova fase che si sta aprendo e che prevede la gestione dei progetti legati ai 200 miliardi del Next Generation EU. Senza una Pubblica Amministrazione efficiente il PNRR non si attua: da qualunque punto si guardi il settore privato dipende da quello pubblico.
Il primo passo deve essere un aumento di occupazione, prevedendo una massiccia operazione di reclutamento e di ringiovanimento delle file del settore pubblico.
Alla base della grande rivoluzione che deve attendere la Pubblica Amministrazione italiana vi è un cambiamento sostanziale nel modello organizzativo: bisogna passare ad una logica di risultato, abbandonando i modelli meccanicistici dove è il sistema a pensare per tutti. Gerarchizzazione e parcellizzazione devono essere sostituite da autonomia e responsabilità
Inoltre, per aumentare la consapevolezza interna alla PA, sono necessarie banche dati e percorsi di formazione, sia continua sia mirata, con il fine di allineare le competenze possedute a quelle richieste per la funzione, valorizzando la professione.
Un altro punto focale in questa grande operazione di “manutenzione straordinaria” del nostro settore pubblico è rappresentato dalla rivisitazione degli ordinamenti professionali e dalla riapertura delle carriere, con un sistema che leghi la condizione economica e giuridica all’accrescimento delle competenze specifiche. L’accrescimento del senso di appartenenza e l’aumento di materie nella contrattazione aziendale alimentano la motivazione personale dei lavoratori.
Infine, è necessaria una definizione chiara dei livelli di governo tra Stato, Regioni e Comuni, per ridurre gli adempimenti burocratici, frenare il ricorso a una richiesta continua di documenti e favorire l’interoperabilità delle banche dati.
Il nostro lavoro sarà sempre finalizzato alla promozione di soluzioni che facciano funzionare meglio la Pubblica Amministrazione, opponendosi allo status quo, poiché la crescita stabile della nostra economia passa per la crescita di produttività del settore pubblico.
* Marco Carlomagno è il Segretario Generale FLP, Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche. Ci ha inviato questo contributo che volentieri pubblichiamo.