Bruxelles – Amore e passione prima di tutto. Proprio come Gigi Riva, simbolo indimenticabile del grande Cagliari che fu che a cui non a caso è dedicato il Cagliari Club Bruxelles. Un circolo fermato sul nascere da imprevisti e pandemie, ma l’attaccamento ai colori di una città e di un popolo non conosce ostacoli. Così si lavora al rilancio in grande stile di un’iniziativa che non si vuole lasciare a metà.
“Ci siamo dovuti fermare a causa della pandemia” come tutti, racconta Alberto, tra i più attivi di un circolo sorto alla fine del 2019. Bresciano di origine, cagliaritano di fede sportiva. L’allora bimbo, nel momento cruciale della scelta della squadra del cuore, venne folgorato sulla via del pallone da Gigi Riva, capitano e bandiera del Cagliari. “Mio papà non era un grande appassionato, e in quel momento – era il 1969 – il Cagliari andava forte. Scelsi il Cagliari, ma soprattutto Riva”.
Già, come non rimanere affascinati da “Rombo di tuono”, bomber potente e prolifico? Tre volte capocannoniere della serie A, tre volte capocannoniere della coppa Italia, gol più veloce nei campionati europei del 1968 vinto dall’Italia (11 secondi in occasione della ripetizione di Italia-Jugoslavia). Rapido, scattante, abile nel gioco aereo e capace di acrobazie come pochi. “Ho sempre detto che se Riva avesse cambiato squadra avrei tifato per la squadra in cui sarebbe andato. E invece è rimasto”. Per la gioia di Alberto, e di tutti i sostenitori del “Casteddu” (ovvero Cagliari in lingua sarda).
Da anni a Bruxelles, dove lavora nella biblioteca del Parlamento europeo, Alberto alla fine decide di dare a questa passione un luogo fisico. Con altri due amici di stessa fede calcistica si ritrova per quello che è il momento fondativo del club: una birra da bere seduti al tavolo davanti a uno schermo. E’ il 24 novembre 2019, si gioca Lecce-Cagliari. O almeno si dovrebbe. Un nubifragio costringe al rinvio della partita. Niente match, ma inizia l’avventura di un ritrovo di tifosi rossoblu. Non tanti. Attorno al tavolo ci si ritrova in cinque, e allora si ricorre ad un connubio di vecchio tifo organizzato e nuove tecnologie.
Si crea il gruppo su Facebook, per raccogliere adepti. Al grido di “Ajò forza Casteddu!” si intende “ritrovarci a sostenere la nostra squadra davanti a una buona birra o a un bicchiere di vino”. Obiettivo semplice ma non banale, poiché tifare davvero non è per tutti. Non sono richieste tessere, “per essere ammessi basta sapere a memoria la formazione dello scudetto”, scherza Alberto. Il gruppo è il punto di riferimento per discussioni e informazioni sull’attività della comunità cagliaritana della capitale dell’UE. Conta 23 iscritti, ma l’obiettivo è crescere.
Non c’è stato il tempo di organizzarsi come si deve. I cagliaritani all’inizio sono pochi. Ci sono prima le festività natalizie, poi a febbraio arriva la pandemia. I tifosi hanno preso a riunirsi al Micheal Collins, nota birreria irlandese del quartiere Chatelein, già ritrovo dei sostenitori della Juve, che però è una sistemazione provvisoria in attesa di una sistemazione migliore la cui ricerca si interrompe, come l’attività del club, causa virus e lockdown.
“Un peccato”, ammette sconsolato Alberto. “Anche perché nel 2020 ricorrevano i 100 anni dalla fondazione del Cagliari e i 50 anni dallo scudetto”. Si volevano organizzare feste grandi, ma il Coronavirus non l’ha reso possibile. Le autorità belghe hanno annunciato la riapertura dei bar per l’8 maggio. C’è tempo per vedere le ultime partite di campionato, con i giusti accorgimenti. “Ci contiamo. La nostra attività è stata fermata dalla pandemia e non vediamo l’ora di riprendere”. E allora non solo Forza Casteddu, ma forza Cagliari Club Bruxelles!