Bruxelles – Recovery Fund, la strada si fa in salita. La Commissione europea resta impegnata a fare tutto il possibile per rendere disponibili le prime risorse nei prossimi mesi, ma non ci si può più giurare. “L’obiettivo resta quello di prefinanziare il 13% del meccanismo per la ripresa entro l’estate, anche se è difficile“, riconosce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, al termine della riunione dell’Eurogruppo. C’è la consapevolezza che qualcosa è sfuggito al controllo di Bruxelles. In Germania il processo di ratifica dell’accordo sulle risorse proprie, necessario per finanziare i piani nazionali, è bloccato per ricorsi che coinvolgono la Corte costituzionale. Poi ci sono almeno due Paesi che non riusciranno a presentare le strategie nazionali entro il 30 aprile, e questo rallenterà il processo di valutazione e decisione dell’esecutivo comunitario, ma sarà comunque un problema dei due Paesi in questioni, visto che prima arriva più ha possibilità di vedersi assegnare le risorse. Se saranno disponibili.
A Bruxelles ci si inizia dunque a preparare dunque al peggio. Gentiloni comunque respinge voci su presunti problemi italiani. “E’ vero che il cambio di governo ha creato dei problemi, ma adesso sono superati e riteniamo che l’Italia saprà presentare un buon piano” nazionale di rilancio. Non si pronuncia sulle tempistiche, lasciando intendere che al momento si considera il governo Draghi capace di rispettare la scadenza del 30 aprile. Certo è che l’Italia rischia di perdere terreno rispetto a Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, che potrebbero consegnare le rispettive strategie nazionali di rilancio già la prossima settimana.
Di fronte al rischio ritardi il commissario per l’Economia tira dritto e difende il meccanismo europeo per la ripresa. “Per la prima volta la risposta europea è fatta di strumenti e non solo di regole, e questa è una novità rispetto alla tradizione dell’Unione europea”. Avanti dunque, anche se si fa più complicato.