Bruxelles – Basta animali in gabbia negli allevamenti dentro l’Unione Europea. L’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age”, promossa da Compassion in World Farming (Ciwf) e firmata da quasi 1,4 milioni di persone nell’UE per chiedere alla Commissione Europea l’eliminazione graduale delle gabbie negli allevamenti dell’Unione è approdata in Parlamento Europeo, nell’audizione congiunta delle commissioni Agricoltura (AGRI) e Petizioni (PETI) che si è svolta oggi (15 aprile) alla presenza dell’Esecutivo comunitario, che promette di tradurre l’iniziativa in legislazione europea entro il 2023.
Galline ovaiole, conigli, scrofe e vitelli: via le gabbie dagli allevamenti passando a sistemi alternativi e tipici degli allevamenti biologici che garantiscano “più libertà” per gli animali costretti a starci dentro. Alla Commissione Europea si chiede di invertire la rotta e di fissare tempi certi “per la fine delle gabbie” in maniera omogenea a livello UE, modificando la vecchissima Direttiva del 1998 /58 sugli animali di allevamento per includere il divieto dell’utilizzo delle gabbie e dunque prevedere un graduale abbandono. Secondo i promotori dell’iniziativa, il graduale abbandono delle gabbie andrebbe accompagnato da un sostegno finanziario agli agricoltori nel processo di transizione.
“Pieno sostegno della Commissione europea per attuare questa trasformazione”, ha affermato il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, intervenuto al termine dell’audizione. Aggiunge che le sovvenzioni agricole dell’UE e i fondi di recupero possono essere utilizzati per eliminare gradualmente l’agricoltura in gabbia e implementare metodi alternativi. Il benessere animale “è al centro del Green Deal europeo” e la Commissione “vuole veramente migliorarne le condizioni”. Insiste anche lui sul fatto che per attuare la transizione l’UE deve “dare risorse e incentivi agli agricoltori”. Per il commissario “occorre investire se si vuole migliorare la condizione del benessere animale e incoraggiamo gli Stati membri a inserire il tema nei loro piani strategici” per la nuova Politica agricola comune (PAC), in corso di negoziati a Bruxelles.
Pieno sostegno dell’Esecutivo comunitario che promette di tradurre l’iniziativa dei cittadini in vera e propria legislazione. In un tweet pubblicato dopo l’audizione, il commissario polacco anticipa che la Commissione dovrebbe adottare presumibilmente all’inizio di giugno 2021, una comunicazione “in cui illustrerà le azioni proposte in risposta all’ICE “End the Cage Age”.“Siamo assolutamente consapevoli che dobbiamo fare di più”, ha aggiunto la commissaria per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, indicando il controllo dell’idoneità in corso sulla legislazione vigente in materia di benessere degli animali nell’UE. “Useremo i risultati del controllo per proporre una nuova legislazione entro il 2023“, ha affermato.
“L’iniziativa dei cittadini europei è uno strumento importante per ascoltare le opinioni dei cittadini nella definizione delle politiche dell’UE”, riconosce anche commissaria per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourova. Si tratta in effetti della prima grande iniziativa legislativa di successo su sollecito dei cittadini europei sul benessere degli animali, che tra l’altro è stata sostenuta anche da alcune delle principali industrie alimentari dell’Unione Europea – tra cui Barilla, Ferrero, Mondelēz International, Nestlé e Unilever, i rivenditori ALDI Nord, Inter IKEA Group e Le Groupement Les Mousquetaires, nonché il Gruppo Jamie Oliver e il produttore di uova Fattoria Roberti – che di recente hanno scritto una lettera alla Commissione per sostenere la stessa battaglia. Uno sforzo congiunto per chiedere la fine dell’era delle gabbie, che sono causa “di sofferenza di natura sia psicologica che fisica” per gli animali, sostengono i promotori dell’iniziativa. Spazi minuscoli che impediscono qualunque libertà di movimento.
“Con quasi un milione e mezzo di firme, l’enorme successo dell’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age” è la conferma che le persone si aspettano un’Europa capace di mettere la parola fine alla crudeltà dell’allevamento in gabbia, che ogni anno costringe oltre 300 milioni di animali a vivere in condizioni disumane”, sottolinea l’eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi, vice-presidente dell’intergruppo per il benessere animale e co-presidente del gruppo di lavoro per la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti in Europa. Aggiunge che oggi “la necessità di abbandonare pratiche di allevamento intensivo, come quello in gabbia, è resa ancora più evidente dalla pandemia, che ha messo in luce il nesso tra allevamento intensivo e sviluppo di zoonosi”.