Bruxelles – Euro digitale, avanti piano. Il progetto di moneta unica parallela da utilizzare su internet e per gli acquisti on-line va avanti, ma servirà ancora molto lavoro per avere una seconda versione della valuta ufficiale dell’Unione europea. Richiederà “circa due anni” la sola analisi delle “possibili opzioni di progettazione e delle esigenze degli utenti”, spiega Fabio Panetta, in occasione dell’audizione in commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. In questa stessa fase andranno altresì esplorate “le condizioni alle quali gli intermediari finanziari potrebbero fornire servizi di front-end basati su un euro digitale”.
Solo al termine di questa fase, spiega il membro italiano del Comitato esecutivo della BCE, il Consiglio direttivo dell’Eurotower prenderà una decisione su una eventuale progettazione dell’euro digitale. Nel caso di via libera, serviranno “diversi anni” per avere una realizzazione del prodotto al momento allo studio. Quindi due anni di valutazione più diversi anni al momento non quantificabili per procedere eventualmente oltre. Di euro digitale si continuerà a parlare, ma il prodotto finale può attendere. Ad ogni modo “il contante rimarrebbe disponibile insieme all’euro digitale”. Euro digitale, precisa a più riprese Panetta, “non significa la fine del contante”. L’euro digitale “andrà ad integrare il denaro contante, non lo sostituirà“.
Da tempo la BCE studia una prodotto alternativo alle criptovalute, mezzi di scambio alternative alle valute fisiche che stanno prendendo piede su internet come mezzo di pagamento e transazioni. Ma le criptovalute non sono emesse da banche centrali, e non sono legate a monete vere. Non sono ancorate né a dollari statunitensi, né a Sterline britanniche né all’euro. Le criptovalute sfuggono dunque alle regole nazionali e internazionali, e rischiano di sostituirsi ai governi e alle loro banche centrali che battono moneta. L’euro digitale sarebbe invece emesso dalla BCE, e sarebbe ancorato alla versione fisica della moneta unica. Per questo sarebbe una valuta legale con corso legale, utilizzabile sempre e con chiunque on-line, dove non tutti accettano pagamenti con sistemi quali Bitcoin o simili.
“E’ impensabile che le banche centrali introducano un euro digitale che non tenga conto delle regole esistenti”, spiega Panetta agli europarlamentari. Si tratta di replicare il modello reale sul web. Per questo, continua il membro del comitato esecutivo della BCE, “stiamo lavorando con altre importanti banche centrali per raccogliere i potenziali benefici delle valute digitali a livello globale”. A Francoforte “vogliamo acquisire una migliore comprensione delle implicazioni dei diversi tipi di valute digitali della banca centrale, controllando i possibili rischi per le economie sia nazionali che estere“. Oltre che per il consumatore.
La consultazione pubblica lanciata dalla BCE sull’argomento ha visto la partecipazione di oltre ottomila tra cittadini, imprese e professionisti, illustra Panetta. “La privacy è stata considerata la caratteristica più importante di un euro digitale in circa il 43% delle risposte“. Si vuole sicurezza circa la protezione dei dati personali, e serve dunque un lavoro per rispondere a questi timori. Ma Panetta sottolinea quindi che un certo numero di persone ritiene comunque “importante” la possibilità di utilizzare l’euro digitale per pagamenti sicuri (al primo posto dal 18% degli intervistati).
“Ci troviamo qui perché chiaramente c’è una domanda”, taglia corto la presidente della BCE, Christine Lagarde, nel corso del dialogo economico organizzato da Reuters. “I consumatori si stanno spostando sempre più verso pagamenti digitali, e la pandemia di COVID, che ha accelerato tutta una serie di processi, sta accelerando anche questo”. Bisogna farsi trovare pronti. “Ma non sono sicura che avremo un euro digitale già nel 2022, mi sembra un orizzonte troppo vicino“.