Bruxelles – La ripresa per l’Italia potrebbe richiedere più tempo, più pazienza e più sforzi di altri Stati membri dell’UE. Il motivo? La forza del suo settore turistico, duramente colpito dalla pandemia di COVID-19. E’ Christine Lagarde a mettere le mani avanti. La presidente della Banca centrale europea, intervenendo al dialogo monetario organizzato da Reuters, vuole evitare inutili allarmismi qualora il Belpaese dovesse mostrare segnali di minore ripresa. Sarebbe naturale, e spiega il perché.
Lagarde ricorda che le ripercussioni economiche da Coronavirus hanno toccato in modo diverso i diversi settori. Vuol dire che la ripresa sarà disomogenea. “Ci sarà differenza tra i vari comparti”. Questo implica che “gli Stati membri con una forte dipendenza dal turismo potrebbero richiedere più tempo per riprendersi“, e non c’è dubbio che l’Italia ha nel turismo un fiore all’occhiello. Ora, nonostante “le incertezze” che comunque permangono sul percorso economico, “guardiamo al 2022 come l’anno in cui i Paesi europei torneranno ai ritmi di crescita pre-COVID“, ricorda ancora il capo dell’Eurotower. Ma se nel 2022 qualcuno dovesse registrare performance sotto la media questo sarebbe da imputare alla diversa composizione dell’economia nazionale.
Ovviamente non c’è solo l’Italia sotto osservazione. E’ tutta l’Europa e la sua area euro a destare preoccupazioni. Perché se la si considera un malato è innegabile che un problema c’è. “Quando guardo l’economia europea la considero un paziente“, confida Lagarde. “So che non è un bel paragone, ma la considero un paziente con bisogno di cure a cui non si possono togliere queste cure troppo in fretta”. Un altro modo per dire che la tenuta del sistema economico-produttivo si basa sull’intervento pubblico. “L’economia ha bisogno e avrà bisogno di stimolo finché la crisi non sarà superata”. Un concetto già espresso ripetutamente in questi mesi, ma mai portando il vecchio continente in terapia intensiva.
Importante saranno l’attivazione delle risorse del meccanismo per la ripresa, che Lagarde invoca “il prima possibile”, le riforme che gli Stati sapranno varare, e soprattutto la nuova architettura normativa che l’Europa degli Stati saprà costruire. “Le regole sono importanti”, premette la presidente della BCE rispondendo ad una domanda sulla riforma delle norme di politiche di bilancio. “Ci devono essere regole. Saranno le stesse di adesso? Probabilmente no“, e allora “auspico che le menti più brillanti sappiano assemblare il miglior patto di stabilità e crescita possibile”.
Fondamentale poi la questione dei vaccini anti-COVID. La menziona innanzitutto il vicepresidente della BCE, Luis De Guindos, nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento tenuta in mattinata. “L’incertezza resta elevata, ma grazie alle vaccinazioni, all’allentamento delle misure di reclusione e al sostegno fiscale e monetario l’economia dovrebbe riprendersi fortemente nella seconda metà del 2021“, dice lo spagnolo, che esorta gli Stati membri a compiere riforme strutturale e garantire “investimenti in istruzione e innovazione per essere competitivi”. Lagarde chiarisce quindi il problema non è locale. “Non mi soffermerei su regioni specifiche, quanto sulle consegne di vaccini a livello globale”, poiché “nessuno è al sicuro finché lo sono tutti”. Ecco perché, al di là della disponibilità di fiale, “è fondamentale la vaccinazione”. Che spetta agli Stati.