Bruxelles – È questione di giorni, se non di ore, il verdetto sulla candidatura alla cancelleria per il blocco CDU-CSU, in vista delle elezioni del 26 settembre. Sembrava quasi fatta per il presidente dell’Unione Cristiano-Democratica, Armin Laschet, dopo l‘appoggio della maggioranza dei membri del Presidium della CDU. Ma il leader del partito gemello bavarese dell’Unione Cristiano-Sociale, Markus Söder, ha mostrato di volersi giocare tutte le sue carte e – pur senza minacciare l’unità del blocco centrista – ha sfidato il suo avversario alla prova del gruppo parlamentare dell’Unione al Bundestag: “La situazione non è mai stata così seria prima d’ora, non può decidere solo un gruppo ristretto“, aveva risposto lunedì alla decisione del Presidium.
Dopo aver incassato l’appoggio del Presidium della CSU, ieri pomeriggio (martedì 13 aprile) Söder si è confrontato personalmente con Laschet durante la riunione del gruppo parlamentare CDU-CSU. Secondo il ministro presidente della Baviera la posizione del neo-presidente della CDU non è così solida come gli eventi di due giorni fa potrebbero far pensare, indebolita sia dal doppio crollo alle elezioni regionali in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato dello scorso marzo, ma anche dai sondaggi che indicano la popolarità di Laschet in caduta libera. Al contrario, Söder sta mostrando un atteggiamento da giocatore di poker, forte di un indice di gradimento nazionale secondo solo alla cancelliera, Angela Merkel: “In gioco c’è la vittoria alle elezioni, o la perdita dei distretti elettorali“, ha avvertito ieri.
I due contendenti hanno concordato che la decisione definitiva da parte dell’Unione dovrà essere presa entro la fine di questa settimana, in modo da evitare strascichi negativi negli ultimi mesi di campagna elettorale. “Siamo entrambi convinti che raggiungeremo un risultato positivo che garantirà le opportunità migliori in vista delle elezioni”, ha commentato a caldo il leader della CSU. Unità è la parola d’ordine, a prescindere dal risultato, ma questo non significa che la battaglia sia senza esclusione di colpi di scena. Se dal vertice della CDU di lunedì Laschet era uscito rafforzato, solo ventiquattr’ore più tardi la riunione del gruppo parlamentare ha lasciato una sensazione diametralmente opposta: una quarantina di deputati si sono pronunciati a favore di Söder, mentre solo venti del ministro presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (comunque su 246 totali).
Nonostante l’indebolimento del ministro presidente della Renania Settentrionale-Vestfalia, la CDU insiste sulla necessità di non basarsi sui sondaggi e non cedere al fascino del one-man show. Secondo il segretario generale del partito, Paul Ziemiak, serve un candidato in grado di tenere insieme la coalizione attraverso compromessi tra alleati, seguendo la strada tracciata da Merkel, che ha garantito ormai quasi 16 anni di governo ininterrotto ai conservatori. Da parte sua, la cancelliera ha ribadito che non entrerà nella contesa per la sua successione alla cancelleria: “Volevo, voglio e ne starò fuori”, ha risposto seccamente alle domande della stampa, commentando le ultime vicende del blocco che ha egemonizzato dal 2000.