Bruxelles – Il vaccino anti-COVID di Johnson & Johnson può provocare trombosi, e per questo motivo l’Agenzia del farmaco degli Stati Uniti ha deciso questa mattina (13 aprile) di sospenderne la somministrazione a titolo precauzionale. Poche ore dopo, la farmaceutica statunitense ha deciso di “ritardare il lancio” del farmaco anche in Europa previsto per la prossima settimana (19 aprile) “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee”. “Stiamo rivedendo questi casi con le autorità europee e abbiamo deciso in via proattiva di ritardare le consegne all’Europa”, ha osservato Johnson&Johnson.
“Gli sviluppi odierni con il vaccino J&J negli Stati Uniti sono sotto stretto monitoraggio da parte dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali) e dei suoi organismi di farmacovigilanza”, ha fatto sapere in un tweet la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, confermando che il lancio nell’UE è stato sospeso dalla società. “La sicurezza dei vaccini è sempre fondamentale”. La farmaceutica dovrebbe consegnare agli Stati membri 55 milioni di dosi del suo farmaco contro il COVID nel secondo trimestre dell’anno, che è appena cominciato. Dopo il caos AstraZeneca, sospeso in Europa per gli stessi motivi, adesso la situazione si ripropone per il farmaco su cui l’Unione europea ha deciso di puntare, anche a seguito dei problemi nelle forniture delle fiale AstraZeneca, adesso vendute col nome di Vaxzevria.
Today FDA and @CDCgov issued a statement regarding the Johnson & Johnson #COVID19 vaccine. We are recommending a pause in the use of this vaccine out of an abundance of caution.
— U.S. FDA (@US_FDA) April 13, 2021
Lo stop al vaccino J&J è stato decretato dopo che sei destinatari negli Stati Uniti hanno sviluppato coaguli di sangue dopo la somministrazione del siero dopo due settimane dalla puntura, riporta la stampa statunitense. L’agenzia del farmaco degli Stati Uniti ricorda comunque i numeri. Fin qui sono state somministrate 6,8 milioni di dosi di vaccino, e i casi di coagulazioni accertate sono sei. Il problema sembra essere dunque iscrivibile, come in Europa per il vaccino AstraZeneca, a rari casi. Per ora intanto decretata la sospensione.