Temo che l’Ema e la Commissione europea stiano facendo un errore di comunicazione importante sulla questione della sicurezza dei vaccini anti-Covid, e in particolare di quello di AstraZeneca. Con tutto il male che si può dire del management di AstraZeneca per la gestione dissennata e da peracottari della produzione e consegna dei vaccini ai paesi dell’Ue (finora hanno consegnato solo il 25% delle dosi previste dagli impegni contrattuali, altro che “best effort”), la questione della sicurezza ed efficacia del vaccino è un’altra cosa.
L’Ema ha detto chiaramente che i benefici della vaccinazione superano ampiamente i rischi di effetti collaterali, ma non ha quantificato questo rapporto rischi-benefici. Inoltre, pur ammettendo che praticamente tutti gli eventi tromboembolici sospetti di essere legati alla vaccinazione hanno riguardato persone sotto i 55-60 anni, e in grande prevalenza donne, non ha voluto consigliare una maggiore precauzione (ovvero l’uso, se possibile, di vaccini alternativi) per classi di età più basse e in particolare per le donne. Il risultato è che quasi tutti i paesi Ue hanno deciso per conto loro di adottare restrizioni per gli under 60, senza andare per il sottile.
Le autorità del Regno Unito hanno raccomandato invece che sia offerto un vaccino alternativo a quello di AstraZeneca solo ai giovani sotto i 30 anni. E questo ha più senso, perché a quell’età scende moltissimo il rischio di morire di Covid, mentre aumenta, pur restando bassissimo, il rischio degli effetti collaterali del vaccino. Allo stesso tempo, è una decisione che non avrà un grande impatto sulla vaccinazione, perché i giovani sotto i 30 anni saranno gli ultimi a essere vaccinati, e sono una parte minoritaria della popolazione. Nei paesi Ue, invece, si rischia di non avere abbastanza vaccini disponibili nei prossimi mesi, se si esclude quello di AstraZenca per gli under 60, che sono la maggior parte della popolazione.
Quello che non capisco è perché l’Ema e la Commissione, fra le tante cifre che hanno dato, non hanno fornito un confronto statistico chiaro fra, da una parte, il rischio di contrarre una trombosi cerebrale o addominale associata a carenza delle piastrine, come possibile effetto collaterale (rarissimo) della vaccinazione, e dall’altra il rischio di morire di Covid se non ci si vaccina, con una suddivisione per le differenti classi di età.
I britannici questo errore non lo hanno fatto: la Bbc ha dato nei giorni scorsi alcune cifre di questo tipo, con una serie di dati comparativi molto istruttivi e convincenti. riferiti al campione su scala reale dell’intera popolazione britannica, che è già stata in gran parte vaccinata (ciò che conferisce un valore molto alto di affidabilità statistica).
Sulla base dei dati dell’Agenzia del farmaco britannica, la Bbc ha calcolato che ci si può aspettare di vedere, su 10 milioni di vaccinati, l’insorgere di eventi tromboembolici come effetti collaterali della vaccinazione in 40 persone, con il decesso di 10 di loro. Il rischio può essere quantificato dunque come una possibilità di decesso su 1 milione di vaccinati.
È più o meno lo stesso rischio, per un individuo, di essere ucciso in incidente stradale durante un viaggio di 400 chilometri, ricorda la Bbc, o di essere colpito da un fulmine nel
prossimo mese.
Inoltre, è molto istruttivo il confronto fra il rischio di trombosi come effetto collaterale del vaccino e quello di morire a causa del Covid, calcolato per un individuo di 25 e per uno di 55 anni: il venticinquenne ha 11 possibilità su 1 milione di beccarsi la trombosi rara, contro 23 possibilità su 1 milione di morire di Covid; il 55enne ha invece 4 possibilità su 1 milione per la trombosi e ben 800 possibilità su 1 milione di morire di Covid.
Conclusione: nei paesi in cui il vaccino AstraZeneca sarà escluso per gli under 60, se la circolazione del virus è ancora alta e non saranno disponibili dei vaccini alternativi al più presto, hanno preso una misura insensata: fanno correre a un 55enne un rischio non irrilevante di morire di Covid, se viene contagiato, per non esporlo al rischio 200 volte più basso di incorrere negli effetti collaterali della vaccinazione con AstraZeneca, che eviterebbe il contagio e comunque ne abbatterebbe la letalità.