Roma – Il via libera agli aiuti ad Air France e Lufthansa ora tiene Alitalia con il fiato sospeso. La procedura rapida da parte della Commissione europea per la compagnia francese e ancor prima per quella tedesca, hanno subito fatto scattare le proteste a causa dello stallo del negoziato in cui versa la compagnia italiana.
“È evidente che non possiamo accettare una disparità di trattamento da parte dell’UE, pur sapendo che la condizione delle tre imprese è molto diversa” ha commentato il ministro dei trasporti Enrico Giovannini.
I timori sono legati ai tempi che per Alitalia si fanno sempre più stringenti. “Abbiamo un dialogo e una negoziazione molto intesa con la Commissione sul nuovo piano industriale e su altri aspetti – ha spiegato il ministro – Air France e Lufthansa avevano bilanci sani ed erano fortemente competitive prima della pandemia, Alitalia era già in difficoltà e questo Bruxelles lo sa benissimo”.
La difficile trattativa con la Dg Competition è soprattutto sugli slot da mantenere per far partire la newco ITA, e su cui si gioca molto nella partita della competitività tra i vettori. Le richieste di Bruxelles per dare semaforo verde agli aiuti, fanno riferimento alla “chiara discontinuità” con la vecchia Alitalia, inserendo rinunce pesanti ai diritti di scalo in un hub molto ambito come Linate.
“Inaccettabile perdere la nostra compagnia per una disparità di trattamento e che si subiscano diktat dall’Europa” denuncia il segretario generale della CGIL Maurizio Landini che ha chiesto al governo l’immediata convocazione del tavolo per affrontare la drammatica situazione.
La corsa contro il tempo per arrivare alla separazione tra vecchia e nuova compagnia (che nelle intenzioni del governo dovrebbe decollare a giugno) deve fare i conti con la cassa ridotta ai minimi. Gli ultimi ristori per circa 27 milioni sono stati appena sufficienti per la gestione operativa di marzo è oggi in extremis i tre commissari straordinari hanno firmato l’erogazione del 50 % del saldo degli stipendi del mese scorso.