Bruxelles – Diritti umani non negoziabili per un rilancio dell’agenda positiva con l’Unione Europea. Lo ribadiscono in conferenza stampa i vertici europei Ursula von der Leyen e Charles Michel a conclusione di una visita in Turchia con l’obiettivo di distendere i rapporti tesi con Ankara. All’incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan, i presidenti di Commissione e Consiglio europeo ripropongono “un’agenda positiva” che sia progressiva, proporzionata e reversibile su questioni di reciproco interesse, ovvero fronte economico, migrazioni e mobilità. Un incontro che arriva dopo le conclusioni del Consiglio europeo di marzo in cui i capi di Stato e di governo hanno sostenuto la necessità di un nuovo dialogo con Ankara, nonostante non ci sia alcuna intenzione del governo turco di fare progressi su democrazia e diritti umani, anzi.
Se il rilancio dell’agenda positiva è legato a doppio filo con la de-escalation in corso delle tensioni energetiche con Grecia e Turchia, la presidente della Commissione europea ha avvertito parlando in conferenza stampa che per l’UE “il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto non sono negoziabili”, dicendosi “molto preoccupata” che Ankara si sia chiamata fuori dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, citando come giustificazione il fatto che il trattato sottoscritto proprio in Turchia potrebbe danneggiare la “famiglia tradizionale”. L’ultima di una serie di sfacciate minacce ai danni di diritti umani e ai principi della democrazia, su cui l’Unione Europea rischia di rimanere ancora silente perché troppo concentrata a voler salvare la sua idea di “relazione costruttiva” con Ankara. L’accordo internazionale promosso dal Consiglio d’Europa nel 2011 compie quest’anno dieci anni, pure essendo entrato in vigore solo nel 2014.
“Sono profondamente preoccupata per il fatto che la Turchia si sia ritirata dalla Convenzione di Istanbul perché si tratta di proteggere le donne e i bambini dalla violenza e questo è chiaramente il segnale sbagliato in questo momento”, ha dichiarato la presidente facendo appello perché il rispetto di stato di diritto e diritti umani sia parte centrale della relazione con Bruxelles. “Per noi i diritti umani non sono negoziabili, hanno priorità assoluta nelle nostre relazioni”, ha avvertito.
Preoccupazioni che Bruxelles condivide con Washington, come ci spiegano fonti europee. Prima dell’incontro con Erdogan il presidente Michel ha avuto ieri sera (5 aprile) un incontro con l’ambasciatore degli Stati Uniti con cui ha condiviso “una serie di preoccupazioni”. Tuttavia si sono trovati anche pienamente allineati sulla necessità di ristabilire un “ambiente stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale”, e di una relazione positiva e reciprocamente vantaggiosa tra UE e Turchia. I due partner transatlantici hanno inoltre concordano sul fatto che spetta ad Ankara cogliere l’opportunità di questa “relazione positiva” con Bruxelles.
Come riassume Michel in conferenza stampa, l’UE ha un interesse strategico a sviluppare una relazione cooperativa e reciprocamente vantaggiosa con la Turchia. “Tendiamo la mano con la nostra agenda progressista. E sta alla Turchia cogliere questa opportunità in modo solido e sostenibile”. Cooperazione economica, migrazione e contatti e mobilità tra le persone i principi su cui l’UE intende lavorare per rafforzare il dialogo. “Il nostro impegno sarà progressivo, proporzionale e reversibile. E speriamo che la Turchia colga questa finestra di opportunità”, dice Michel.
Nell’ultimo anno le relazioni si sono fatte più tese per via della politica estera sempre più aggressiva di Ankara nelle acque del Mediterraneo orientale, anche se l’UE ha conservato sempre un approccio cauto nei confronti della Turchia riguardo alle controversie riguardanti le esplorazioni energetiche e il comportamento aggressivo nei confronti della Grecia e di Cipro, soprattutto per il ruolo che Ankara svolge nel frenare l’arrivo di milioni di rifugiati siriani in Europa comunitaria in cambio di fondi europei. All’ultimo Consiglio europeo di marzo i Ventisette si sono accordati per iniziare a instaurare più profondi legami commerciali con la Turchia e sulla fornitura di più soldi per i rifugiati provenienti dalla Siria, dopo aver preso atto dello stop delle attività di trivellazione nel Mediterraneo e la ripresa dei colloqui con la Grecia e con Cipro. Nonostante le preoccupazioni sollevate da alcuni leader europei su un evidente arretramento turco sui diritti umani, gli Stati hanno salutato con favore quello che sembra un tentativo di ricostruire il dialogo e quindi hanno aperto di nuovo la porta per iniziare l’aggiornamento di un’unione doganale, come richiesto da Ankara. Oggi si sono riaperte le discussioni, ma non ci sono ancora tempi ben definiti.
Ma se da un lato la distensione dei rapporti con Ankara dipende da come andranno i rapporti con Grecia e Cipro sui diritti del gas e sulle esplorazioni energetiche nel Mediterraneo (pena: nuove sanzioni in caso di riavvio delle esplorazioni in acque contese), secondo fonti europee Michel e von der Leyen hanno soprattutto ribadito a Erdogan l’importanza dei diritti umani, dei diritti delle donne, della libertà di parola e della libertà dei media, come base “imprescindibile” per rinnovare il dialogo. E soprattutto che senza “un miglioramento in queste aree”, non ci sarà l’accettazione da parte degli Stati membri e delle loro opinioni pubbliche di una nuova agenda positiva con la Turchia. Michel e Von der Leyen hanno sottolineato ad Ankara che l’UE non approverà legami più stretti senza che i diritti fondamentali siano rispettati. Questo almeno a parole.
Fonti aggiungono che a margine dell’incontro con Erdogan, il presidente Michel ha incontrato anche i rappresentanti di alcune organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani, UNHCR, IOM, UN Women, UNICEF e UNDP, che hanno aggiornato il presidente sulla situazione dei diritti delle donne dopo il ritiro dalla Convenzione di Istanbul, sulla situazione dei rifugiati della Siria e sulla situazione regionale. Mentre nel frattempo, alla vigilia della visita dei vertici europei, Erdogan ha ordinato l’arresto di 10 ammiragli in pensione per aver firmato una dichiarazione critica verso il progetto ‘Kanal Istanbul’ per la realizzazione di un maxi-canale artificiale tra il Mar Nero e il Mar di Marmara, voluto da Erdogan. Per il presidente turco, la dichiarazione firmata da oltre un centinaio di ex militari avrebbe implicazioni da colpo di stato.