Quest’anno l’Italia è a capo del Gruppo dei 20 (G20): un ruolo cruciale nel panorama economico mondiale. La presidenza è un incarico di grande importanza. Lo è ancora di più nel contesto pandemico, in cui il continuo sviluppo di nuove varianti COVID-19, un accesso al vaccino non ancora garantito a tutti e una crescita esponenziale della povertà estrema dopo 20 anni di progressi nella sua eradicazione, rende più urgente l’adozione di misure economiche globali ed inclusive.
“I nostri buffer fiscali sono veramente esauriti”, questa è la dichiarazione rilasciata al termine della conferenza tra i ministri delle finanze africane avvenuta lo scorso 17 marzo. C’è bisogno di un’azione tempestiva, veloce ed onnicomprensiva: ogni incontro multilaterale in cui non viene dimostrata la leadership e l’ambizione necessaria, è un’opportunità persa nella ricostruzione delle nostre società in meglio. Building back better non dovrebbe essere uno slogan vuoto di significato, ma una risposta coordinata e concreta alla crisi collettiva di questo momento, che sia frutto dell’unione degli sforzi e della volontà di tutti.
Come Giovani Ambasciatrici di ONE, associazione che lotta per l’eradicazione dell’estrema povertà e la fine delle malattie prevenibili entro il 2030, chiediamo che venga garantita una ripresa economica, sanitaria e sociale che sia veramente inclusiva, dove nessuno venga lasciato indietro. Questa è la nostra chiamata, il G20 ci saprà ascoltare?
Ripagare il debito o investire nella ricostruzione post-pandemia?
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha affermato che finché la ripresa economica (e sanitaria) non sarà globale il sistema finanziario mondiale continuerà a soffrire per gli effetti negativi della pandemia. Nessun governo in questo momento storico dovrebbe essere costretto a scegliere se investire le risorse pubbliche nella risposta alla crisi economico-sanitaria o nella restituzione di un debito. Eppure, questo è il dilemma che gli stati a basso reddito dovranno affrontare se i Paesi del G20 non agiranno efficacemente.
In alcuni Paesi (in Angola il 37%, il 26% in Etiopia e il 20% in Sud Africa) si è investito nella riparazione del debito, più che in qualsiasi altro tipo di spesa, perfino di quella sanitaria. La sospensione temporanea del pagamento del servizio del debito (DSSI) sino a giugno 2021, iniziativa presa dall’Italia e dalle altre potenze economiche del G20, è stata un passo importantissimo, ma non lungo a sufficienza per garantire a questi Paesi le risorse necessarie per tenere a galla l’economia nazionale e far fronte alla crisi sanitaria. La DSSI dovrebbe essere estesa fino alla fine di quest’anno, o addirittura al 2022 – bisogna fare whatever it takes. Ulteriori misure sono inoltre necessarie: i governi del G20 devono utilizzare il loro innegabile peso politico per influenzare la Banca Mondiale, il FMI e i creditori privati a sospendere il servizio del debito multilaterale e privato allineandosi con la DSSI.
Una nuova emissione di Diritti Speciali di Prelievo
Lo scorso martedì, il comitato esecutivo del FMI si è espresso favorevolmente all’emissione di Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per il valore di $650 miliardi di dollari, di cui però il 68% (equivalente a $443 miliardi) andrebbe a beneficio dei Paesi del G20, rappresentanti le più grandi economie mondiali, rispetto al 5% dei Paesi africani. I Paesi ricchi hanno stravolto le regole del gioco e hanno speso oltre 14 trilioni di dollari per proteggere le loro economie, mentre i Paesi più vulnerabili agli shock economici della pandemia vengono lasciati indietro. I Paesi ricchi hanno a disposizione altri strumenti per rispondere alla crisi e non devono esitare ad utilizzarli. È quindi di vitale importanza che una potenziale nuova emissione venga accompagnata da un meccanismo di ridistribuzione che trasferisca i DSP verso i Paesi a basso reddito e rafforzi la loro risposta al COVID-19. Una tale emissione è già stata messa in atto in corrispondenza della crisi finanziaria del 2009; si dovrebbe fare tesoro di quell’esperienza e canalizzare rapidamente le risorse verso i Paesi che ne hanno più bisogno.
Le rimesse: una fonte critica di reddito da proteggere
Fondamentale è anche ridurre il costo di invio delle rimesse. Se il debito e i DPS sono un’ancora di salvezza economica per i governi, le rimesse lo sono per le famiglie. L’Italia è stata tra i primi Paesi a promuovere questa procedura come strumento per lo sviluppo economico e la riduzione delle disuguaglianze ed è importante che rimanga un interesse di alta priorità per l’agenda del G20. Forse possiamo trovare assurdo che qualcuno per sopravvivere dipenda completamente dai soldi spediti da un parente che vive dall’altra parte del mondo, ma per una persona su dieci nel mondo questa è la realtà. Ricordiamo che gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), sottoscritti da tutti i Paesi del G20, auspicano una riduzione dei costi delle rimesse al 3% (attualmente la media globale è del 7%, con picchi in alcuni Paesi fino al 15%). Oltre, quindi, all’effettivo raggiungimento di questo obiettivo, suggeriamo che questi costi vengano azzerati durante la pandemia.
Una ripresa per il nostro futuro
Come generazione che più risentirà delle decisioni prese da questo Forum, chiediamo azioni concrete per aumentare la capacità dei Paesi a basso reddito di rispondere alle conseguenze della crisi pandemica e chiediamo ai leader mondiali di agire ora. L’Italia detiene una posizione di leadership e deve agire per un multilateralismo concreto, lungimirante e ambizioso. La pandemia ci ha dimostrato quanto siamo interconnessi e quanto dipendiamo l’uno dall’altro per la nostra salute e la nostra sicurezza economica. È dunque fondamentale che il G20 colga questa opportunità per guardare al futuro in maniera comprensiva e sostenibile.
Lo scenario che ci viene prospettato dalle istituzioni economiche internazionali non è un gioco a somma zero: l’unico modo per vincere è giocando di squadra perché lasciare indietro qualcuno vuol dire rimanere indietro tutti. Milioni di giovani intorno al mondo attendono le vostre decisioni: nelle discussioni che avverranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, chiediamo al nostro governo, ai nostri rappresentanti, di essere lungimiranti e giungere all’approvazione di un pacchetto di provvedimenti economici ampio ed inclusivo per la ripresa economica globale. Avete il potere di garantirci un futuro migliore, non dimenticatevelo.
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ONE Campaign
ONE è un’organizzazione che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura, la sanità e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org.
Programma “Youth Ambassador”
Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali. Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors.