Bruxelles – Un anno dopo l’inizio dei primi confinamenti si fa la conta di quanti lavoratori la pandemia di COVID ha lasciato per strada. Tra febbraio 2020 e febbraio 2021 la disoccupazione è crescita dell’1%, sia nell’UE sia nell’Eurozona, attestandosi al 7,5% nell’Europa a 27 e all’8,3% nell’Europa a 19. In termini assoluti, rileva Eurostat nei suoi dati, vuol dire 1,9 milioni in più in tutta l’Unione europea, i tre quarti dei quali – 1,5 milioni – concentrati nell’area dei Paesi con la moneta unica.
Attualmente si contano 15,9 milioni di disoccupati nell’UE. Di questi, 13,6 milioni si trovano nell’area dell’Euro. In questo contesto di aumento della disoccupazione l’Italia ha contenuto l’emorragia di posti di lavoro, con 21mila disoccupati in più, assai meno di quelli che conta la Germania (-429mila) e un quarto di quelli registrati in Francia (-89mila).
Ma ancora una volta a pagare lo scotto della crisi sanitaria sono i più giovani. In un anno il tasso di senza lavoro tra gli under 25 è cresciuto del 2,2% nell’eurozona e dell’1,9% all’Ue. Ora l’indice di disoccupazione ha raggiunto quota 17,2% nell’Europa a 19 e quota 17,3% nell’Europa a 27. Ci sono a Eurolandia circa 2,4 milioni di giovanissimi alla ricerca di un impiego, 177mila in più in un anno. Se ne contano 10mila in più Germania, ben 96mila in Spagna, principale Paese per perdita di giovani dal mercato del lavoro. Italia in controtendenza: dopo un anno ci sono 424mila under 25 senza un lavoro, cinquemila in meno.
I dati restano comunque oggetto di incertezze, perché c’è una fetta di popolazione che risulta ufficialmente alla ricerca di un impiego ma che ha smesso di cercarlo. L’istituto di statistica europeo sottolinea come “una parte significativa” di coloro che si erano registrati nelle agenzie di disoccupazione non erano più alla ricerca attiva di un lavoro o non più disponibili per un lavoro. Ciò porta a “discrepanze nel numero di disoccupati registrati ed effettivi”.
“Le categorie più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia sono le donne e i giovani, complice il fatto di essere spesso impiegati nei settori più precari e con bassi salari”, il commento dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Daniela Rondinelli. “Le risorse del Recovery Fund potranno essere utilizzate per mettere in atto azioni tempestive per aumentare il livello di inclusione e partecipazione”. A suo giudizio “investire sulle donne e sui giovani vuol dire investire concretamente nel futuro nell’Italia”.