ha collaborato Emanuele Bonini
Bruxelles – Fermare la legge di riforma della giustizia in Polonia. La Commissione europea rompe gli indugi. Dopo più di un anno di attesa, visti i mancati passi indietro del governo di Varsavia, l’esecutivo comunitario ha portato il caso dinanzi alla Corte di giustizia dell’UE, per chiedere di intervenire.
Adottata il 20 dicembre 2019 ed entrata in vigore il 14 febbraio 2020, la nuova legge di riforma del sistema giudiziario polacco ha istituito la nuova Camera di Controllo Straordinario e Affari Pubblici della Corte Suprema. Si tratta di un organismo attraverso cui i giudici possono essere puniti per aver intrapreso attività politica. I membri di questo organismo sono nominati dalla camera bassa del Parlamento (Seijm). Presentata dal partito di maggioranza Legge e Giustizia (PiS) come necessaria per combattere la corruzione della magistratura, la legge è stata subito considerata come lesiva dello stato di diritto, tra ingerenza del potere legislativo in quello giudiziario e attacco alla libertà di espressione.
La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione il 29 aprile 2020 contro questo stesso provvedimento, due mesi dopo la sua entrata in vigore. E’ stato concesso tempo alla Polonia di tornare sui suoi passi. Adesso è il vaso è colmo e la pazienza è finita.
“La Commissione ritiene che la legge polacca sulla magistratura metta a repentaglio l’indipendenza dei giudici polacchi ed è incompatibile con il primato del diritto dell’UE“, denuncia il commissario per la Giustizia, Didier Reynders, nel corso della conferenza stampa convocata per l’occasione. C’è l’aspetto della violazione del diritto comunitario a indurre Bruxelles a procedere a pie’ veloce. La Commissione ritiene che “la Polonia violi il diritto dell’UE” consentendo alla Camera disciplinare della Corte suprema – “la cui indipendenza non è garantita”, continua Reynders – di prendere decisioni che hanno un impatto diretto sui giudici e sul modo in cui esercitano la loro funzione.
In particolare si considera violato l’articolo 19 del Trattato sul funzionamento dell’Europa laddove si stabilisce “gli Stati membri stabiliscono i rimedi giurisdizionali necessari per assicurare una tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dell’Unione. Si ravvisa inoltra la violazione dell’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in cui si stabilisce che “ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente […] da un giudice indipendente e imparziale”, e questo non sarebbe il caso per i cittadini polacchi.
Per il team von der Leyen il deferimento alla Corte a questo punto è inevitabile. Ma non finisce qui. Perché alla Corte di giustizia dell’UE si chiedono “misure provvisorie per evitare l’aggravamento del danno grave e irreparabile inflitto all’indipendenza della magistratura e all’ordinamento giuridico dell’UE“.
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La Commissione vuole in particolare tre misure riparatorie in attesa di un pronunciamento definitivo: sospensione delle disposizioni che conferiscono alla Camera disciplinare della Corte suprema il potere di decidere sulle richieste di revoca dell’immunità giudiziaria e sul pensionamento dei giudici della Corte suprema; sospensione degli effetti delle decisioni già prese dalla Camera disciplinare della Corte suprema sulla revoca dell’immunità giudiziaria e delle disposizioni che impediscono ai giudici polacchi di applicare direttamente determinate disposizioni del diritto dell’UE a tutela dell’indipendenza dei giudici; infine si esorta a sottoporre alla Corte di giustizia i rinvii pregiudiziali su tali questioni, nonché le disposizioni che qualificano l’azione dei giudici a tale riguardo come illeciti disciplinari.
Bruxelles vuole dunque sostituire la nuova Camera di Controllo Straordinario e Affari Pubblici della Corte Suprema polacca con la Corte di Lussemburgo. Una mossa che difficilmente a Varsavia prenderanno bene, ma “la situazione si sta deteriorando dal 2015″ e l’UE ha aspettato fin troppo che la Polonia cambiasse idea, lamenta Reynders. “Abbiamo più procedure aperte contro la Polonia, e continueremo con questa linea”.