Bruxelles – Il tema è divisivo, ma il ministro dei Trasporti portoghese Pedro Nuno Santos ha spiegato che “questa è una buona ragione per discuterne senza il timore di sconvolgere lo status quo”. Alla guida dell’anno europeo delle ferrovie nel suo momento di lancio la presidenza portoghese del Consiglio UE non ha dubbi sulla strada che l’Unione Europea deve seguire per centrare gli obiettivi della strategia sulla mobilità sostenibile lanciata a dicembre 2020 dalla Commissione europea.
L’UE ha punta a due traguardi finalizzati a contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Secondo i piani di Bruxelles, entro quell’anno, rispetto al 2015, il volume delle merci trasportate su ferro deve essere almeno raddoppiato e il numero dei viaggiatori sui treni ad alta velocità almeno triplicato (attualmente circa il 7 per cento dei passeggeri e l’11 per cento delle merci in Europa viaggiano su rotaia). Rispetto a obiettivi che la presidenza portoghese considera tuttavia troppo modesti per parlare di un vero e proprio cambio di paradigma, per Lisbona esiste una sola chiave del successo: gli investimenti pubblici.
“Solamente il settore pubblico può essere in grado di impegnarsi a spendere le somme ingenti necessarie per consentire alla società di trarre benefici in termini di risparmio di tempo e di denaro, di maggiore sicurezza e di protezione dell’ambiente”, ha detto il ministro Nuno Santos durante l’evento di inaugurazione dell’anno europeo delle ferrovie. “È un aspetto sottovalutato nei discorsi politici spesso. Non denigro il ruolo del privato, ma voglio ricordare che l’innovazione più importante nell’ultimo secolo, cioè l’alta velocità, non si sarebbe mai verificata senza l’impegno dell’autorità pubblica. Gli Stati non devono limitarsi nell’adozione degli strumenti a disposizione”.
In tema di intervento pubblico per lo sviluppo delle ferrovie il governo portoghese crede di poter dare l’esempio. “Veniamo da tre decenni di investimenti massicci mentre in altri Paesi dell’Europa occidentale il trasporto su ferro ha subito un declino a causa anche delle disponibilità economiche limitate dagli effetti della crisi economica degli ultimi anni”, ha continuato il ministro . “Ma il fatto che ora ci siano molte iniziative che riguardano la mobilità ferroviaria la dice lunga sulla risposta in termini di investimenti fornita dal libero mercato e dalle liberalizzazioni. Il mercato non può soddisfare da solo i servizi che per la società sono considerati essenziali”. Al contrario, secondo la presidenza del Consiglio portoghese avrebbe alimentato fenomeni di concentrazione industriale mettendo a repentagli i piccoli operatori del settore.
La posizione è stata ribadita durante il Consiglio UE dei Trasporti che si è tenuto martedì 30 marzo, nel corso del quale i ministri degli Stati membri hanno preso atto delle carenze attuali che impediscono alle rotaie di vincere la concorrenza con il trasporto su gomma e il trasporto aereo. A livello europeo però si scontano numerose divergenze circa le priorità da seguire. “Per alcuni Stati il trasporto merci è l’aspetto più importante, per altri c’è il problema dello sviluppo dell’infrastruttura, per altri ancora l’ammodernamento di quest’ultima. C’è molta strada da fare per gli investimenti nel settore ferroviario”, ha dichiarato Nuno Santos a margine dell’incontro dei ministri invitando a mettere da parte i dogmi delle dottrine economiche.
La Commissione europea guarda con fiducia agli strumenti messi a disposizione dal piano di ripresa Next Generation EU (InvestEU, ReactEU e Just Transition Fund soprattutto) per incentivare gli Stati a scommettere maggiormente sul trasporto ferroviario. All’orizzonte c’è la volontà di rendere i sistemi ferroviari tra gli Stati membri dell’Unione Europea completamente interoperabili e all’avanguardia. Un’impresa che seppure simbolicamente verrà proposta nel 2021 con la partenza del Connecting Europe Express, il treno che partendo da Lisbona attraverserà una serie di capitali europee per terminare la sua corsa a Parigi (in vista dell’assunzione del comando della presidenza del Consiglio UE da parte della Francia). Mostrerà, come ha affermato la commissaria ai trasporti Adina Valean, la “forza unificante delle ferrovie” a cui l’Unione Europea ambisce.