Impfen, impfen, impfen! L’ordine di Angela Merkel per uscire dalla pandemia alla fine del vertice federale sulle vaccinazioni ancora non riesce a trovare un’esecuzione. La terza ondata del Covid avanza in Germania con Lothar Wieler, presidente del Robert Koch Institut, che avverte di 100.000 casi giornalieri entro metà aprile. Intanto, il numero di dosi di vaccino inoculate ancora non aumenta in maniera sostanziale.
Da un lato, la mancanza di organizzazione, che sorprende la Germania, sulla distribuzione e la somministrazione dei vaccini ha creato uno stock di circa 4 milioni di fiale inutilizzate. Tra le cause lo scetticismo nei confronti del preparato di AstraZeneca. Infatti, nella sola Berlino attualmente ci sono 100.000 dosi del vaccino britannico-svedese in magazzino. Inoltre, secondo il Tagesspiegel, da dicembre 2020 sono stati inviati un milione di inviti per la vaccinazione. Tuttavia, al 23 marzo, solo a 362.711 berlinesi è stato somministrato il preparato. Ciò significa che circa 630.000 persone hanno diritto a essere vaccinate, ma non l’hanno fatto.
A questo c’è da aggiungere anche il caos nell’approvvigionamento dei vaccini da parte dell’Ue. È vero che la Germania sta procedendo lentamente con la campagna vaccinale, ma non in tutti i Länder, che anzi lamentano una scarsità nelle riserve. Gli Stati spingono quindi sul governo federale per portare a Bruxelles la causa del vaccino russo Sputnik V, visto al momento come una vera e propria panacea.
Il preparato russo trova sostenitori bipartisan, tra cui Markus Söder, presidente della CSU, primo ministro della Baviera e possibile candidato cancelliere per i conservatori, e il socialdemocratico Michael Müller, sindaco di Berlino. “Abbiamo bisogno di ogni vaccino che possiamo ottenere”, ha detto Müller. “Tutti gli studi scientifici sullo Sputnik V sono stati molto positivi” ha rilanciato Söder. Per il presidente della CSU, il preparato russo “potrebbe essere migliore di qualsiasi altro vaccino già approvato”. Il primo ministro bavarese ha poi aggiunto come lo Sputnik V potrebbe essere prodotto nel suo Land , se le capacità in Russia dovessero essere scarse. E infatti, il 24 marzo, è arrivata la notizia che la società russa R-Pharm intende avviare la produzione dello Sputnik V nello stabilimento di Illertissen, in Baviera. Milioni di dosi potrebbero essere prodotte già da giugno, ha detto il manager di R-Pharm Alexander Bykow. Tuttavia, ciò dipende dall’approvazione preliminare dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Di sicuro al momento c’è che R-Pharm sta investendo più di 30 milioni di euro in una “produzione biotecnologica compatibile con i vaccini” a Illertissen.
Tuttavia, ben prima di Söder e Müller, le pressioni sul governo provenivano dai primi ministri dei Länder orientali. Stati storicamente molto legati alla Russia e dove i partiti come Die Linke e Alternative für Deutschland, vicini a Mosca, riscuotono molti consensi. I primi ministri di Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia, nonché l’Unione degli anziani della CDU, si erano già espressi a favore di un’approvazione rapida del vaccino russo Sputnik V da parte dell’EMA. “La Russia è un grande paese della scienza, e non ho il minimo dubbio che la scienza lì sia in grado di produrre un potente vaccino”, ha dichiarato il primo ministro della Sassonia Michael Kretschmer (CDU). “Quando si tratta della salute delle persone, l’origine del vaccino non dovrebbe avere importanza” ha detto il primo ministro della Sassonia-Anhalt Reiner Haseloff (CDU). Sulla stessa linea anche Otto Wulf, presidente dell’Unione degli anziani CDU: “Non possiamo permetterci di ignorare le offerte per motivi politici”. Per Wulff, “anche il vaccino sviluppato in Russia deve essere un’opzione”.
A sua volta, il primo ministro della Turingia Bodo Ramelow (Die Linke) apriva a una possibile autorizzazione di emergenza per lo Sputnik V in Germania, sul modello dell’Ungheria, primo paese Ue a utilizzare il vaccino russo, seguita da Slovacchia e Repubblica Ceca. Il messaggio era diretto al ministro della Salute Jens Spahn. Infatti, a differenza degli altri vaccini per cui l’ordine è già avvenuto prima dell’approvazione dell’EMA, la Germania non procede allo stesso modo con lo Sputnik V. Alla domanda se questo fosse dipeso da motivazioni politiche, Spahn ha risposto in maniera piuttosto evasiva, non riuscendo di fatto a nominare nessun criterio in base al quale i vaccini sarebbero stati ordinati prima o dopo l’approvazione europea.
Infine, sembra che la cancelliera Angela Merkel e Spahn si siano convinti. Il governo tedesco ha chiesto alla Commissione europea di negoziare un ordine europeo congiunto per il vaccino russo. “Considereremmo giusto se i colloqui iniziassero subito”, ha detto una fonte dell’esecutivo. La Germania vorrebbe, però, che l’ordine per Sputnik V, proprio come per gli altri vaccini, “fosse realizzato tramite il sistema europeo”. Berlino ha quindi chiesto a Bruxelles di “affrontare la questione”. Tuttavia, Spahn ha aggiunto che “immagina di concludere i contratti rapidamente” e che Il suo ministero è “in stretto contatto” con le autorità russe. Il ministro della Salute ha, quindi, lasciato intendere l’esistenza di una dichiarazione di intenti conclusa da Berlino e Mosca sullo Sputnik V.
Se necessario, Spahn non vuole escludere la possibilità di procedere in maniera autonoma, avendo ottenuto anche l’appoggio della cancelliera. Merkel non ha, infatti, escluso possibilità di una via tedesca all’approvvigionamento del preparato russo. Ad ascoltare almeno le ultime dichiarazioni sulla possibile acquisizione dello Sputnik V, la Germania non vuole necessariamente attendere una decisione europea. La mossa aprirebbe certo una frattura nell’Ue, con la Germania che non è l’Ungheria e tanto meno la Slovacchia. Un passo in questa direzione sarebbe, soprattutto, una dichiarazione di sfiducia diretta contro la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, già ministra della Famiglia e poi della Difesa in Germania. Con il caos vaccini la stessa immagine dell’Ue ne ha risentito. Circa il 67% dei tedeschi ha mutato la propria opinione in maniera negativa nei confronti dell’Unione Europea.
Ad ogni modo, se il problema politico dello Sputnik V si dovesse risolvere, poi interverrebbero altre due variabili: l’accettazione e la produzione. Al momento, circa il 51% dei tedeschi sarebbe favorevole a farsi inoculare il vaccino russo, mentre il 37% sarebbe contrario. Tuttavia, le percentuali cambiano sostanzialmente tra le regioni dell’ex Repubblica Democratica Tedesca e i Länder occidentali. Negli Stati dell’Est, i favorevoli sarebbero il 59%, mentre in quelli dell’Ovest il 49%. Sull’altro fronte, non è invece chiaro se la Russia sarebbe in grado di fornire rapidamente grandi quantità di Sputnik V all’Ue. All’inizio di marzo, Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) responsabile del marketing estero di Sputnik V, ha promesso che cento milioni di dosi del preparato potrebbero essere consegnate all’Ue nel secondo trimestre del 2021. Il totale sarebbe sufficiente per vaccinare 50 milioni di persone. In risposta alle preoccupazioni di von der Leyen sulla campagna di vaccinazione della Russia, che procede molto lentamente, Dmitriev ha osservato che consegne maggiori all’Ue sarebbero possibili solo “quando la vaccinazione su larga scala dei russi sarà completata”. Al più presto, si tratterebbe di maggio-giugno o in autunno. Ma qui la soluzione potrebbe offrirla Söder, con la produzione dello Sputnik V in Baviera, una mossa contro l’Ue e un passo verso il cancellierato, da König di Baviera.
Così, il vaccino che prende il nome dal programma satellitare sovietico, potrebbe avere per l’Ue lo stesso effetto che ebbe il lancio del satellite Sputnik I nel 1957: un vero e proprio shock. Gli stessi Stati Uniti sarebbero colpiti, vedendo intaccata la propria influenza sulla Germania, già messa a dura prova dall’altro grande progetto russo, il gasdotto Nord Stream 2.
Questo approfondimento fa parte della collaborazione di Eunews con Derrick, newsletter settimanale che indaga la Germania in vista delle elezioni del Bundestag di settembre 2021.