Bruxelles – Una trasformazione anche culturale, perché l’approccio orientato a specializzarsi non basta più. Questo è il sentiero che la Commissione europea indica per l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni degli studenti europei. Una prospettiva che coinvolge a pieno titolo le università europee e della quale la commissaria per la Cultura, l’Istruzione e l’Innovazione Mariya Gabriel è pienamente convinta.
“La cultura nell’ambito dell’istruzione universitaria, in tutte le sue forme, contribuisce alla crescita della creatività e della passione artistica, che sono due abilità fondamentali per modellare il mondo nel quale viviamo”, ha affermato Gabriel durante il Summit europeo dell’università e della cultura organizzato dalla presidenza portoghese del Consiglio UE in collaborazione con l’università di Porto. “Gli esempi sono tangibili: la creatività ha portato a invenzioni come internet, il cloud, le piattaforme dei social media; tutti strumenti che hanno apportato nuove funzionalità per la nostra società”.
Alla base dell’intenzione di rafforzare i legami tra cultura e arti visive e innovazione tecnologica (ambiti che non a caso sono stati fatti convergere nell’elenco delle competenze della commissaria Gabriel), c’è l’idea che “la cultura e il pensiero critico determino il bacino di talenti nell’UE”. L’azione della Commissione basa la sua azione lungo tre direttrici: il sostegno alle università, come realtà catalizzatrici della creatività e del pensiero critico, l’investimento nelle arti per l’arricchimento della crescita formativa dei giovani durante l’istruzione secondaria e l’uso di un approccio interdisciplinare.
Alcune iniziative per ancorare maggiormente il sapere accademico alle esigenze della società e alle sfide del futuro immediato (la transizione verde e la digitalizzazione tra tutte), ai valori fondamentali dell’Unione Europea e al senso di appartenenza a quest’ultima sono state già lanciate, come ha mostrato Gabriel: lo Spazio europeo dell’istruzione, lo Spazio europeo della ricerca, il Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027, i programmi Erasmus+ e Horizon Europe. Ad incarnare più di tutti quello che la Commissione vuole raggiungere con l’istruzione secondaria è però l’Iniziativa delle università europee con cui Bruxelles sta cercando di proporre un vero e proprio modello universitario europeo che possa concorrere con il resto del mondo.
“Dovremmo poter formare dei profili basati su un approccio interdisciplinare e internazionale che integri metodologie pedagogiche innovative e competenze tecnologiche”, ha spiegato Gabriel parlando dell’importanza del lancio della Carta dello studente dell’Unione Europea, con cui si intende favorire l’interesse dei giovani per il patrimonio culturale europeo (agevolerà l’accesso degli studenti ai musei e ai luoghi della cultura nell’Unione). “Serve introdurre lo studio delle arti nell’istruzione europea, perché i giovani di oggi domani dovranno tenere conto di molte sfide prima di prendere una decisione”, ha continuato la politica bulgara. L’auspicio è che non ci si limiti alle discipline STEM (che afferiscono alla scienza, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica) e che si prende piuttosto in considerazione l’apporto in termini di creatività offerto dall’approccio STEAM (dove la “A” indica il termine “arte”). “Questo tipo di insegnamento crea la flessibilità necessaria per competere nel mercato del lavoro, aiutando nello sviluppo delle preziose soft skills (le abilità di gestione del lavoro e delle relazioni che esulano dalle competenze tecniche richieste per un lavoro)”, ha avvertito Gabriel mostrandosi in sintonia con il ministro dell’Istruzione portoghese Manuel Heitor nel ritenere queste capacità importanti per rafforzare la resilienza dei giovani.
“Con il nuovo Bauhaus abbiamo creato la giusta intersezione tra ricerca e sostenibilità mettendo la cultura al centro”, ha continuato Gabriel citando l’iniziativa con cui la Commissione ha puntato a creare un sodalizio tra design e rispetto dell’ambiente. “Siamo a un punto di svolta e abbiamo bisogno dell’aiuto delle università per far sì che la cultura e la creatività, due settori gravemente turbati dagli effetti della pandemia di COVID-19 possano rafforzare le nostre soluzioni in futuro”.