Bruxelles – Le regole attuali non vanno più bene. Il ragionamento sul patto di stabilità e i suoi parametri è in corso ed è già stato chiarito le alla luce della pandemia di COVID qualcosa va cambiato. Adesso Paolo Gentiloni mette sul tavolo una ricetta che farebbe molto comodo all’Italia. “Bisogna pensare a scenari di riduzione del debito pubblico più graduali, realistici e differenziati a seconda degli Stati membri, rispetto a quanto sarebbe dettato da un’applicazione meccanica dell’attuale ‘regola del debito”, dice il commissario per l’Economia nel corso dell’audizione alla Corte dei Conti francese, il cui presidente è il suo predecessore Pierre Moscovici.
Le attuali regole – sospese a causa pandemia – prevedono che la soglia massima di debito pubblico consentita sia quella del 60% in rapporto al Prodotto interno lordo. Oltre questa soglia scatta l’obbligo di una riduzione annua pari ad 1/20 all’anno del debito in eccesso nella media dei tre precedenti esercizi di bilancio. Per un Paese come l’Italia, il cui debito si attestava al 134,7% del Pil e schizzato al 159,6% dopo l’autorizzazione a pompare liquidità a sostegno dell’economia per l’effetto del COVID, lo sforzo di riduzione del debito sarebbe oneroso. Troppo, a detta di Gentiloni. “Imporre drastici aggiustamenti di bilancio durante la fase di ripresa sarebbe controproducente e persino pericoloso“.
Così come sono, continua il commissario italiano, le regole strozzerebbero la ripresa. La reintroduzione del patto per com’è nella sua versione attuale, “peggiorerebbe le conseguenze sociali della crisi, compromettendo così la sostenibilità delle finanze pubbliche”. Detto in altri termini, la sostenibilità dei debiti pubblici “può essere assicurata solo attraverso la crescita e non l’austerità“.
Ecco che Gentiloni ripropone il dibattito mai superato tra rigore e flessibilità, tra politiche espansive e politiche restrittive. Si può privilegiare le prime a scapito delle seconde “attraverso modifiche interpretative, è senza dubbio possibile”, ricorda Gentiloni. La comunicazione sulla flessibilità della commissione Juncker ne è l’esempio lampante. “Ma se vogliamo essere più ambiziosi, dobbiamo prendere in considerazione modifiche legislative“.
Avanti con la modifica del patto di stabilità, dunque. In questo processo di riforma “le nostre nuove regole fiscali dovrebbero prevedere un trattamento speciale per gli investimenti“, continua Gentiloni. E’ quello che l’Italia chiede da anni, vale a dire la possibilità di escludere dal calcolo di deficit e debito le spese sostenute per gli investimenti utili a correggere strutturalmente le carenza nazionali. E’ quella che veniva definita ‘golden rule’, la regola d’oro per la spesa.
Il 12 maggio la Commissione presenterà la previsioni economiche di primavera, e in quel frangente presenterà i primi orientamenti su una possibile de-attivazione delle clausole di fuga e il ritorno alle regole di bilancio comune. E in questo dirà come dovranno essere queste regole. Intanto Gentiloni offre qualche anteprima.