Bruxelles – La Corte costituzionale tedesca ha bloccato la penna nella mano del capo dello Stato che stava per promulgare la ratifica del Recovery Fund, approvata a larga maggioranza dal Bundestag e oggi dal Bundesrat (all’unanimità) in via definitiva.
La decisione è venuta in seguito a un procedimento d’urgenza intentato dal fondatore del partito anti-euro AfD, l’economista Bernd Lucke, che poi aveva lasciato la formazione per fondare un minuscolo ma accanito movimento. La Corte, contro ogni aspettativa, ha deciso di chiedere al presidente Frank-Walter Steinmeier di non firmare la legge fino al termine dell’esame dei supremi magistrati.
Se la sentenza dovesse essere sfavorevole al Recovery, allora la Bundesbank potrebbe essere inibita dal partecipare al programma. Secondo l’agenzia Reuters il tempo massimo che potrebbe essere necessario alla Corte è di tre mesi, il che, se l’esito fosse favorevole al programma di rilancio dell’economia europea, non causerebbe particolari problemi, perché il la Commissione ha previsto che le approvazioni siano fatte entro il primo semestre di quest’anno.
Il ricorso è basato principalmente sul timore che alcuni Paesi dell’Unione finanziariamente più deboli potrebbero non rimborsare la loro parte di debito, costringendo altri, Germania compresa, a farsi carico delle loro eventuali esposizioni.
Il ministro delle Finanze Olaf Scholz è comunque fiducioso che la questione si risolverà presto e positivamente: “E’ chiaro che l’autofinanziamento dell’Europa con mezzi propri sia ben radicato su un fondamento stabile, sia a livello costituzionale che a livello europeo”, ha spiegato.
La Commissione europea “è convinta della legittimità della decisione sulle risorse proprie”, ha affermato un portavoce a Bruxelles. “Sottolineiamo – ha aggiunto – che la validità della decisione sulle risorse proprie non è stata messa in discussione dal tribunale. La Commissione è fiduciosa che la Corte costituzionale tedesca deciderà rapidamente sul caso delle misure provvisorie”
Lucke ha sollevato eccezione di incostituzionalità per il pacchetto di aiuti europei a nome del gruppo dei Bündnisses Bürgerwille (BBW), che si batte da anni contro ogni ipotesi di unione che vada oltre l’unione monetaria.