Roma – “Con il Regno Unito meglio trovare un accordo: è interesse di tutti”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa all’indomani del vertice UE. Riflettori sul punto dei vaccini, la querelle sui contratti e il meccanismo di blocco delle esportazioni. “Siamo stati i primi ad applicarlo”, ora invita a mediare ma sempre facendo valere il rispetto dei contratti. Il tema resta caldo, tanto che in conferenza stampa il premier cede alla battuta, confessando “l’impressione che qualche società di cui non faccio il nome si sia venduta le dosi due o tre volte…”. Allusioni a parte, Draghi è convinto che “gli errori li abbiamo fatti tutti” ma ora consiglia di guardare con più ottimismo anche alla produzione dei vaccini, perché è così che si vince la sfida e non con i blocchi.
Così, nella disfida con la Gran Bretagna spiega che sarà difficile provare chi ha ragione, avvocati contro avvocati, giurisdizioni differenti, dunque “meglio un accordo nell’interesse di tutti e credo che finirà così”. Il rafforzamento del meccanismo che la Commissione ha messo in campo con il criterio della reciprocità e proporzionalità, ha come obiettivo scongiurare la lite legale anche se la vigilanza continuerà come successo nella vicenda delle dosi “parcheggiate” nella sede italiana di Anagni che infiala AstraZeneca. Proprio il vaccino che riceverà lo stesso presidente del Consiglio, che ha annunciato di essersi iscritto nelle liste e di sperare in una chiamata per la prossima settimana.
Ancora convinto che il coordinamento europeo sui contratti d’acquisto sia stata una buona strada, come aveva già dichiarato in precedenza non esclude possibili strade alternative, seppure sulle fughe in avanti per il vaccino russo Sputnik V (oggi la Regine Campania ha annunciato di aver raggiunto un accordo ndr), avverte che questo “sarà disponibile non prima di tre quattro mesi”. Il presidente De Luca può aspettare.
Doccia fredda anche per il collega austriaco, Sebastian Kurz che rivendica parità di trattamento sui vaccini destinati all’UE: “purtroppo c’è stato chi ha preferito AstraZeneca”, l’azienda che più di tutte ha ridotto le forniture. Ora non cambiamo il metodo di distribuzione”.
Oltre i vaccini, al Consiglio europeo di ieri il premier italiano ha invitato i leader a prestare grande attenzione alla ripresa economica e “ai prossimi sei mesi che saranno determinanti”. Serve ancora supporto consistente ma in un graduale passaggio dai sostegni agli stimoli per investimenti, sia in Europa sia nei singoli Paesi.
Poi “vale sempre la pena ricordare i grandi obiettivi” dice Draghi quando evoca la lunga marcia degli Eurobond. Un progetto per cui serve l’unione dei capitali, l’unione fiscale, e abbiamo cominciato con l’unione bancaria con fatica”. Insomma per il traguardo di un bilancio comune “siamo ancora molto lontani, il tragitto è molto lungo ed è anche molto, molto difficile perché i vari Paesi la pensano in maniera diversa. Tuttavia sarebbe importante un accordo politico che l’Europa va in quella direzione”.