Bruxelles – Come il gas naturale, ora anche il nucleare. Francia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e Polonia creano un fronte unico e tornano all’attacco per includere anche l’energia nucleare tra gli investimenti ammessi nella Tassonomia verde. Il 19 marzo i sette Paesi hanno inviato una lettera alla Commissione Europea chiedendole di garantire parità di condizioni del nucleare nell’UE, senza escluderlo dalle politiche e dagli incentivi europei in materia di clima ed energia.
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“Siamo molto preoccupati per il fatto che il diritto dello Stato membro di scegliere tra diverse fonti di energia e il diritto di determinare la struttura generale dell’approvvigionamento energetico (articolo 194 TFUE) sia attualmente fortemente limitato dalla definizione delle politiche dell’UE, che esclude l’energia nucleare dalle politiche“, scrivono i sette capi di Stato o di governo.
Il riferimento è al dibattito in corso sulla Legge clima e sul nuovo obiettivo climatico al 2030, che deve essere stabilito nelle prossime settimane. Al raggiungimento dell’obiettivo deve contribuire la Tassonomia, ovvero un sistema di classificazione sugli investimenti sostenibili, per orientare i finanziamenti in progetti utili alla transizione. Secondo i sette Paesi, il nucleare fornisce un contributo essenziale alla lotta al cambiamento climatico e alla ripresa post Covid, perché è una fonte energetica di fatto a basse emissioni di carbonio, una “fonte di idrogeno molto promettente”. La Commissione dovrebbe presentare il Regolamento sulla tassonomia a fine aprile, ma per portarlo a termine sta raccogliendo i commenti dagli Stati fino a venerdì 26 marzo. Per il momento, a differenza del gas, secondo l’ultima bozza del documento l‘energia nucleare rimane esclusa dai criteri della tassonomia verde, ma non è detta l’ultima parola.
Nel 2019, l’energia nucleare era un quarto del mix energetico dell’Unione Europea, con 106 reattori ancora attivi in 13 Stati membri. La Francia continua a essere il principale produttore di energia nucleare con 399mila GWh di energia prodotta (circa il 52,1 per cento del totale dell’UE) con netto distacco dagli altri Paesi dell’UE. Nel 2020 la produzione nucleare ha fatto registrare un calo record del 10 per cento, e continuerà a diminuire man mano che i Paesi procederanno verso l’eliminazione graduale del nucleare: 2022 per la Germania, 2025 per il Belgio, 2030 per la Spagna. Anche il governo di Parigi prevede entro il 2035 di arrivare alla metà del suo mix di elettricità (oggi è il 70 per cento), il che comporterà la chiusura di almeno 14 reattori nucleari (quelli più vecchi) in otto centrali nucleari. In tutto la flotta nucleare francese comprende 58 reattori operanti in 19 centrali elettriche.