Bruxelles – Facilitare gli spostamenti nell’area di libera circolazione Schengen durante la pandemia con un Certificato verde digitale. Il Parlamento europeo è favorevole all’iniziativa e ha approvato oggi (25 marzo) con 468 voti favorevoli, 203 contrari e 16 astensioni la decisione di accelerare l’adozione della proposta della Commissione europea di introdurre prima dell’inizio della stagione estiva un documento che attesti di essere stati già vaccinati (e con quale vaccino), ma per evitare di creare discriminazioni dimostrerà in alternativa il risultato negativo al test per il Covid-19 (sia molecolari PCR che rapidi dell’antigene) o ancora una prova della presenza di anticorpi che indicano la guarigione dalla malattia.
La procedura d’urgenza approvata dall’Eurocamera consente un esame parlamentare più rapido delle proposte della Commissione. La presidenza di turno del Portogallo ha fatto sapere di sperare in un accordo politico con il Parlamento europeo entro il mese di maggio, così da renderlo operativo in vista della stagione estiva. Bruxelles considera tre mesi di tempo necessari a finalizzare tutti i dettagli tecnici. La plenaria dovrebbe approvare il suo mandato negoziale durante la prossima sessione plenaria (26-29 aprile).
Uno strumento “utile per la riapertura delle attività e dell’economia europea, e non discriminatorio”, ha commentato n conferenza stampa il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, subito dopo il consueto discorso che inaugura i lavori del Consiglio europeo. I capi di Stato e governo tratteranno anche l’argomento del cosiddetto passaporto vaccinale, insieme alla pandemia. Ha chiarito che chi “non si vaccinerà dovrà rispettare le procedure delle autorità sanitarie nazionali”, mentre “chi si vaccina avrà la possibilità di dimostrare che è meno pericoloso per gli altri”, ha spiegato. Il documento è importante nell’ottica di rivitalizzare l’economia, ferma da quando la pandemia è sopraggiunta. “Abbiamo bisogno di riaprire. Abbiamo un’economia in Europa che è tutta ferma: turismo, commercio, cultura”, ha sottolineato il presidente dell’Eurocamera.
Responsabilità e proporzionalità per l’export
Se il pass vaccinale sarà utile quando la situazione epidemiologica in Europa sarà tale da consentire una ripresa degli spostamenti, l’unica vera via d’uscita dalla crisi è una sola e si chiama “vaccini”. Di questo tratteranno oggi e domani i capi di Stato e governo, costretti dalla pandemia ancora una volta a una videoconferenza anziché a un vertice in presenza. Sul tavolo anche la proposta della Commissione per una stretta sul meccanismo di controllo dell’export di vaccini in Paesi terzi, per contrastare il disimpegno nelle consegne di alcune case farmaceutiche (vedi AstraZeneca). Sassoli ha chiarito la posizione del Parlamento. “Ci vuole proporzionalità e attenzione alle esportazioni” delle dosi. Anche se allo stesso tempo l’Europa non può permettersi di chiudersi ed esimersi dalla responsabilità di distribuire i vaccini a chi non può permettersi di comprarli. “Dobbiamo essere utili ai Paesi a basso reddito e a quelli in grande difficoltà”.
Appoggia però “la linea più dura” della Commissione europea, insistendo sul fatto che l’UE non può continuare “a trasferire dosi di vaccini verso paesi che non ne hanno bisogno o che hanno bisogno di vaccini per fare business. Non è il modo corretto di usare i vaccini”. Di fatto entra nel merito della querelle in corso con AstraZeneca sul continuo taglio delle dosi promesse all’UE: da 90 milioni a 30 nel primo trimestre, e da 180 a 70 milioni dal secondo. Bruxelles, afferma Sassoli, “deve far rispettare le clausole contrattuali alle aziende farmaceutiche. In questa fase non possiamo permetterci distrazioni in questo senso”. Ha poi richiamato certi governi che “dicono di voler fare da soli sul fronte vaccinale”. Li ammonisce a rimanere concentrati e nono “scaricare sull’Ue responsabilità di quello che loro non riescono a fare”, ha aggiunto.
Al centro del vertice anche il primo scambio di vedute ufficiale con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che sarà collegato con i leader in video questa sera. Sassoli ricorda che se USA e UE avessero avuto la possibilità di affrontare la pandemia insieme saremmo stati certamente più forti”.