Bruxelles – Quanto si fidano gli europei del “ritorno dell’America” annunciato dalla nuova amministrazione di Joe Biden, (il quale questa sera parteciperà al Consiglio europeo)? La domanda è quanto mai attuale vista l’intenzione esternata da entrambe le sponde dell’Atlantico di voler inaugurare una nuova stagione delle relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Lo European Council on Foreign Relations, think tank che si occupa di divulgare ricerche e promuovere dibattiti sulla politica estera europea, ha fornito un quadro delle opinioni dei cittadini europei intervistando 15 mila persone residenti in dieci Stati membri dell’Unione Europea e nel Regno Unito.
Solo il 10 per cento degli intervistati si è detto fiducioso in un intervento da parte degli Stati Uniti in caso di attacco militare sul suolo europeo. Il 67 per cento (percentuale comune in quasi tutti gli Stati membri interessati dal sondaggio) si esprime in maniera contraria e sostiene che il proprio Paese non possa aspettarsi alcun supporto da parte di Washington in caso di grave crisi.
Diversamente gli europei ritengono che sia il caso di investire in un progetto di difesa a livello europeo. I due terzi delle persone consultate preferiscono che gli Stati membri si concentrino sulle loro capacità di difesa interne invece di affidarsi all’alleato americano. I più favorevoli a questa questa prospettiva sono i portoghesi (che hanno dato parere positivo per il 72 per cento), gli svedesi e gli spagnoli (entrambi con il 71 per cento) e i francesi (con il 70%). Gradiscono l’iniziativa anche il 74 per cento dei britannici, nonostante questi ultimi non facciano più parte di uno Stato membro dell’Unione Europea dal 2020.
Quando si parla di schierarsi tra USA e Cina i cittadini europei decidono mediamente di restare neutrali e in nessuno dei Paesi scelti per il sondaggio la maggioranza degli intervistati dichiara di voler stare dalla parte di Washington in caso di conflitto con la Russia. Le percentuali più alte rispetto a quest’ultimo quesito sono state registrate in Polonia (36 per cento) e in Danimarca (40 per cento). Il 59 per cento degli europei sceglie di restare imparziale (stessa percentuale osservata anche in Italia).
La convinzione che la Cina possa diventare presto la principale superpotenza mondiale nel giro di un decennio è prevalente in molti Paesi europei. Lo è specialmente in Spagna, dove il 79 per cento degli intervistati lo sostengono. In Italia la percentuale scende al 72 per cento.
Nello stivale tuttavia gli Stati Uniti sono considerati l’alleato privilegiato con cui mantenere buoni rapporti rispetto a tutti gli altri (il 36 per cento degli italiani si è espresso in tal senso). Lo stesso esito si è avuto solo in Gran Bretagna e in Polonia (dove rispettivamente il 55 per cento e il 45 per cento degli intervistati ha scelto gli USA come principale partner) e in Svezia (che ha registrato la stessa percentuale osservata in Italia). In tutti gli altri Paesi l’alleato da preferire è la Germania.