Bruxelles – L’Unione Europea vuole rafforzare il quadro giuridico della banca dati per l’analisi chimica del vino, per proteggerne identità, origine e qualità. La banca dati serve, ad esempio, per rilevare l’aggiunta di acqua o zucchero dentro le miscele o per verificarne l’origine geografica.
L’Esecutivo europeo ha quindi aperto ai contributi fino al 13 aprile il suo progetto di regolamento e per combattere le frodi si propone di fissare scadenze per i Paesi dell’UE per la trasmissione delle analisi, di riorientare la banca dati sui vini con indicazioni geografiche, e infine di introdurre una relazione annuale sui risultati delle verifiche effettuate.
L’esecutivo stima un impatto economico derivato dalle frodi legate al vino in 1,3 miliardi di euro all’anno (circa il 3,3 per cento delle vendite), con il furto delle origini e l’aggiunta di zucchero o acqua che sono le violazioni più comuni.