Bruxelles – “Siamo sommersi da storie di razzismo anche se non sempre le notiamo e anche se non si leggono sui titoli dei giornali”. Nel primo vertice europeo contro il razzismo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lascia ben intendere qual è l’orientamento che l’Unione Europea deve adottare nella lotta contro le discriminazioni razziali.
A due giorni dalla ricorrenza della giornata internazionale dedicata alla lotta al razzismo, la capa del collegio dei commissari condanna i fatti e chiama alla responsabilità. “Accade ancora oggi che tra due persone che si candidano per lo stesso lavoro, che hanno la stessa preparazione, la stessa esperienza e le stesse ambizioni solo una venga convocata per un colloquio. Questo perché l’altra ha la pelle scura o ha un nome arabo”. Episodi, dice von der Leyen, che non si limitano solo al posto di lavoro e che si riscontrano “nelle offese razziali contro i calciatori di colore, nelle discriminazioni contro i Rom, nelle teorie cospirative contro gli ebrei, nella violenza e nella diffidenza verso i migranti e ogni tanto anche nelle nostre istituzioni“.
Nelle parole pronunciate dal capo dell’esecutivo europeo la lotta alle discriminazioni razziali è partita dai trattati istitutivi dell’Unione Europea e ha visto un nuovo impulso nell’estate 2020 con le proteste del movimento “Black lives matter”. Alla luce dell’ondata di cortei e della forza di quella campagna la Commissione ha deciso di lanciare un Piano d’Azione contro il razzismo nel settembre successivo. Oltre ad aver istituito un vertice europeo dedicato alla questione (che secondo von der Leyen deve essere un’occasione per pensare criticamente alle lacune esistenti ancora nella società europea in termini di accettazione della diversità), il documento prevede delle iniziative concrete, tra cui una maggiore cooperazione tra le forze di sicurezza per combattere il fenomeno, una campagna più incisiva a livello scolastico e una maggiore intraprendenza anche dell’azione esterna dell’UE.
Tra le maggiori novità, il nuovo Piano d’Azione dà vita alla figura del Coordinatore per la lotta al razzismo che sarà il portavoce delle istanze delle minoranze linguistiche ed etniche dell’Unione Europea e la cui nomina è in dirittura di arrivo. “Radunerà la società civile, i governi, le associazioni, i sindacati, e tutti coloro che possono contribuire a costruire una vita libera da razzismo e dalle discriminazioni”, ha detto von der Leyen.
Ma è agli Stati che la presidente chiede un maggiore sforzo. “La battaglia contro il razzismo ha bisogno di tutti, a Bruxelles come in tutti i Paesi membri e in tutte le parti d’Europa”, ha affermato. “Abbiamo chiesto ai governi nazionali di dotarsi di un piano di azione nazionale contro il razzismo sulla scia di quello europeo. Il nostro obiettivo è che tutti lo facciano entro la fine del 2022. Nessuno di noi è immune al razzismo e tutti dobbiamo prenderci le responsabilità”. Un’iniziativa multilivello attuata mettendo in campo tutti i mezzi legislativi possibili. “Nella nostra unione usare la razza e il colore per offendere non deve essere considerato come un atto del libero pensiero, ma un’offesa criminale”, ha aggiunto von der Leyen richiamando l’esempio offerto dalle procedure di infrazione avviate negli ultimi mesi contro alcuni Stati che hanno bisogno di prendere provvedimenti in materia.
“L’antirazzismo è il principio della nostra Unione europea“, ha detto concludendo il suo discorso l’inquilino di palazzo Berlaymont. “Alla fine degli anni Novanta a 80 mila studenti è stato chiesto di decidere un nuovo motto per l’UE. Hanno scelto ‘uniti nella diversità’. È perfetto, perché queste parole riassumono la nostra ragion d’essere, la nostra più grande aspirazione, il nostro punto di partenza e la nostra destinazione. E ora più che mai l’unità ci chiede di rifiutare il razzismo e accettare le nostre differenze”.
Secondo la Commissaria responsabile della difesa dei valori e della trasparenza Vera Jourova serve che gli Stati membri si adoperino per il contrasto dei comportamenti illeciti. “Gli eventi recenti hanno evidenziato legami tra le forze dell’ordine e alcuni atteggiamenti xenofobi contro le minoranze. Occorre rafforzare la credibilità delle forze dell’ordine contro i crimini di odio”, ha affermato la politica ceca soffermandosi sui risultati di una relazione pubblicata oggi (19 marzo) secondo la quale almeno una persona su quattro appartenente a una minoranza si sente discriminata. “Non ci devono essere differenze nella protezione legale e per questo il rafforzamento del quadro legislativo è centrale. I diritti sono importanti ma lo è ancora di più la loro applicazione”.
Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza, ha confermato la presenza di un razzismo strutturale. “Non è semplicemente nella bocca e negli atteggiamenti di qualche individuo, ma colpisce qualsiasi aspetto della vita, dalla carriera all’accesso all’istruzione, fino alle cure mediche. Per questo nel Piano d’Azione contro il razzismo abbiamo introdotto anche la lotta agli atteggiamenti sociali, agli stereotipi. Un’azione trasversale è l’unico modo per invertire la rotta seriamente”.