Bruxelles – Rimangono inascoltate le richieste di David Sassoli di garantire equilibrio di genere nel Comitato esecutivo che andrà a supervisionare i lavori della tanto attesa Conferenza sul futuro dell’Europa, in attesa che prenda il via il 9 maggio. Ma una buona parte di responsabilità è da addossare proprio al Parlamento europeo.
La Conferenza dei presidenti ha licenziato ieri i nomi definitivi che finiranno nel board esecutivo per quanto riguarda l’Eurocamera: il trio di membri effettivi è composto da Guy Verhofstadt per Renew Europe, Iratxe García Pérez per i Socialisti e Democratici e Manfred Weber per il Partito Popolare Europeo (PPE). A questi si aggiungono 4 osservatori, fortemente voluti dal Parlamento europeo per dare piena rappresentanza a tutti i gruppi politici dell’Emiciclo: Daniel Freund per il gruppo dei Verdi europei, Helmut Scholz per la Sinistra (ex GUE), Zdzislaw Krasnodebski per i conservatori riformisti europei (ECR) e, infine, Gerolf Annemans per il gruppo Identità e democrazia. E salta subito all’occhio che c’è stata scarsa volontà nei gruppi di rappresentare anche nel Comitato quel 40 per cento di donne che siedono tra i banchi del Parlamento.
Un dettaglio che non passa inosservato nemmeno tra i membri dello stesso Comitato esecutivo. “L’Europarlamento dovrebbe dare il buon esempio! Eppure siamo l’unico gruppo politico a nominare una donna nel Comitato esecutivo della Conferenza sul futuro dell’Europa”, denuncia il gruppo dei Socialisti e Democratici in un tweet, l’unico ad aver nominato come rappresentante una donna, la capogruppo Iratxe Garcia Perez.
The EP should lead by example!
Yet we are the only political group to nominate a woman to the Executive Board of the Conference on the #FutureofEurope.
It sends the wrong message if leadership fails to respect gender balance or reflect Europe's diversity. #CoFoE pic.twitter.com/NHA2SW3Aev
— S&D Group (@TheProgressives) March 18, 2021
Di certo un segnale negativo da parte dei gruppi parlamentari, che hanno trascurato quanto potesse essere importante, invece, riflettere la diversità che c’è in Europa anche nel comitato che andrà a coordinare il dibattito su come dovrebbe essere il futuro dell’Europa. Quanto a rappresentanza, in realtà, il Parlamento europeo se la cava leggermente meglio dei Parlamenti nazionali, e anche delle altre due Istituzioni, anche se fino a ora ha avuto solo due donne presidente: Simone Veil, dal 1979 al 1982, e Nicole Fontaine, dal 1999 al 2002. L’attuale legislatura è quella con la più alta percentuale di donne nell’Emiciclo (circa il 40,4 per cento).
Le commissioni parlamentari sono spesso “in prima linea” nella battaglia dello squilibrio di genere soprattutto ai vertici finanziari. Ultimo in ordine di tempo il tentativo di bocciare il candidato all’Autorità bancaria europea per chiedere “più donne ai vertici delle finanze”.
Dare il buon esempio più che chiedere agli altri di esserlo. Questo aveva chiesto anche il presidente del Parlamento, mentre erano in corso le trattative per formare l’elenco. La lista proposta dai gruppi politici era arrivata sul tavolo di Sassoli poco prima della Giornata internazionale della donna (8 marzo), quando l’Aula di Bruxelles ha ospitato il commosso discorso di Kamala Harris – prima donna vicepresidente degli USA – su quanto le Istituzioni debbano essere un modello per dare “più potere decisionale” al genere femminile.
Il presidente dell’Europarlamento si era detto “profondamente preoccupato” per il fatto che, a pochi giorni dalla Giornata internazionale della donna, il Parlamento in primis non stesse rispettando i principi che pretende di difendere, soprattutto in un contesto legato al futuro dell’Europa. Nulla da fare, la lista è passata comunque con il via libera della conferenza dei presidenti. E oggi ci si domanda se questo è il messaggio che Bruxelles vuole mandare ai giovani e ai cittadini che parteciperanno al forum di discussione.
Ci prova invece la Commissione europea, che sarà rappresentata dalla stessa presidente Ursula von der Leyen come una dei tre co-presidenti dei lavori, insieme a Sassoli e al presidente di turno del Consiglio. Ma nel Comitato esecutivo ci saranno anche Dubravka Suica, vicepresidente per la Democrazia e la Demografia, con il sostegno di Vera Jourova, vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, e Maroš Šefčovič, vicepresidente per le Relazioni interistituzionali. Tre su quattro, l’Esecutivo non sarà rappresentato da ulteriori osservatori. Anche se va osservato che la scelta dell’Esecutivo è legata ai temi di cui sono responsabili i tre commissari, più che essere una scelta di genere.
Quanto al Consiglio dell’UE, a quanto si apprende sarà rappresentato dai tre presidenti di turno di Portogallo (attuale), Slovenia e Francia, che faranno seguito a Lisbona: quindi inizialmente Ana Paula Zacarias, segretario di Stato portoghese per gli Affari Europei, che sarà seguita dallo sloveno Gasper Dovzan e infine Clément Beaune che chiuderà i lavori sotto la presidenza di Parigi. Il Comitato europeo delle Regioni e il Comitato economico e sociale europeo non hanno nominato il proprio rappresentante. La prossima settimana è previsto il primo incontro del comitato.