Bruxelles – Ridurre i pregiudizi di genere, sociali e culturali e ribadire l’importanza dei valori europei quando si sviluppano tecnologie all’avanguardia. La commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento UE si è schierata in modo netto sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale per prevenire le discriminazioni e proteggere la diversità, con una risoluzione votata ieri (martedì 16 marzo) con 25 voti a favore, nessuno contrario e 4 astensioni. La risoluzione sarà portata ad aprile in sessione plenaria del Parlamento UE.
Nel testo approvato, la commissione CULT mette in guardia dal rischio di un impatto “sulla spina dorsale dei diritti e dei valori fondamentali della nostra società” per quanto riguarda l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA) nell’istruzione, nella cultura e nel settore audiovisivo. “Ci battiamo da decenni per stabilire i nostri valori di inclusione, non discriminazione, multilinguismo e diversità culturale, che i nostri cittadini considerano una parte essenziale dell’identità europea”, ha commentato la relatrice tedesca Sabine Verheyen (PPE). “Questi valori devono riflettersi anche nel mondo online, dove gli algoritmi e le applicazioni di intelligenza artificiale vengono utilizzati sempre di più”.
Uno dei rischi maggiori riguarda la diffusione di consigli di contenuti basati su algoritmi (per esempio nei servizi di streaming di video e musica), che possono incidere in modo negativo sulla diversità culturale e linguistica dell’Unione. Per questo motivo gli eurodeputati hanno chiesto che siano sviluppati indicatori specifici per misurare la diversità, mentre la Commissione UE dovrà stabilire un quadro etico sull’utilizzo dell’IA nei media europei per combattere la diffusione di notizie false.
La commissione per la cultura e l’istruzione ha ribadito l’importanza della fase di apprendimento dell’intelligenza artificiale, in modo da evitare l’utilizzo di dati distorti che riflettono la disuguaglianza o la discriminazione di genere. A questo proposito i valori europei possono essere “insegnati” alle nuove tecnologie, sviluppando set di dati inclusivi ed etici nel processo di deep learning (apprendimento automatico dell’IA) con l’aiuto delle parti interessate e della società civile.
Per quanto riguardo l’utilizzo di queste tecnologie nel campo dell’istruzione, gli eurodeputati hanno sostenuto con forza che gli insegnanti non dovranno mai essere sostituiti dall’intelligenza artificiale, soprattutto nell’educazione della prima infanzia. Piuttosto si potrà considerare il supporto, facendo attenzione che l’essere umano possa sempre correggere le decisioni prese dall’IA, soprattutto nella valutazione finale degli studenti.