Bruxelles – Allez l’Union! Dopo 48 anni la squadra più antica di Bruxelles ritrova la massima serie, al termine di una cavalcata esaltante culminata con la vittoria nel derby che vale la matematica promozione con cinque turni di anticipo. Il 2-1 sul Molenbeek (gol di Undav al 15’ e di François al 34’, dopo l’immediato pareggio di Lavie al 17) permette all’Union Saint-Gilliose di scrivere ancora una volta una pagina di storia del calcio belga. Non solo per il ritorno nell’olimpo del calcio nazionale, ma perché la vittoria nel derby segna una striscia record di 11 vittorie consecutive nel campionato cadetto.
“È fantastico. Abbiamo realizzato il nostro progetto, è quello che più conta”, le parole di Felice Mazzù, artefice della stagione dei nuovi invincibili. Su 23 partite disputate 19 vittorie, due pareggi e due sconfitte, e un’imbattibilità che dura dal 20 novembre scorso. Il tecnico però guarda oltre. “Abbiamo ancora partite da disputare e record da inseguire. È troppo presto per parlare del futuro”.
Allora ben venga il presente. Il popolo gialloblu fa festa. Sobria, contenuta, perché la pandemia di COVID ha cancellato anche i momenti di gioia collettivi. Per ragioni di sicurezza il match è stato programmato alle 20:45, per evitare assembramenti. Gli stadi restano chiusi al pubblico e per tutti il coprifuoco scatta alle 22. Tenuto conto della rivalità dei tifosi delle due squadre delle rispettive municipalità di Bruxelles, e vista l’emergenza sanitaria, si è voluto evitare che la gente si riversasse in strada fuori lo stadio dell’Union Saint-Gilloise. A fine gara i calciatori si sono sistemati nella sezione degli spalti solitamente occupata proprio dagli Union Bhoys e si sono sostituti a loro intonando uno dei cori più caratteristici sull’Union e il suo legame con la città.
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13 marzo 2021, ore 22:34: l’Union Saint-Gilloise è campione e vola in seria A. Si torna a fare la storia, per un club abituato a scriverla. E’ stata la squadra più forte del Belgio fino agli anni Sessanta, quando è iniziato il suo declino. Ora si torna, con l’obiettivo di riprendere quel cammino interrotto. “Non andremo in Divisione 1 A (la seria A belga, ndr) nella speranza di restarci”, spiega Daniel Spreutels, l’amministratore delegato del club saintgillois. “In realtà l’ambizione è molto più grande. C’è una volontà di durare. L’Union vuole stabilizzarsi in D1A e una volta fatto questo ci saranno altre ambizioni“.
Saint-Gilles dunque sogna, e intanto gioisce, e con lei anche un pezzo di Italia sportiva. Perché nella realtà di Bruxelles esiste un gemellaggio tra il nucleo dei sostenitori gialloblu, gli Union Bhoys, e i tifosi del Torino. Un’amicizia sancita per merito del Toro Club Bruxelles. E’ grazie a questo gemellaggio che è stato possibile vestire di granata il Mannekenpis, monumento simbolo della capitale belga, che ritrova dopo quasi mezzo secolo di attesa i signori del calcio del reame.
Undici scudetti tra il 1904 e il 1935, nonostante 48 anni di assenza dalla massima serie l’Union Saint-Gilloise resta la terza squadra del Belgio per campionati vinti. Tra il 1933 e il 1935 i giallo-blu restano imbattuti per sessanta incontri. Il mito dell’Union60 resterà intatto sull’Europa continentale per cinquant’anni. Sarà eguagliato e migliorato dai romeni dello Steaua Bucarest tra il 1986 e il 1989 (104 incontri senza sconfitte, record europeo), gli unici a riuscirci. L’Union si riprenda la scena, e Saint-Gilles torna al centro del mondo.