Bruxelles – Si iniziano a delineare i contorni di uno dei punti programmatici della presidenza di turno portoghese del Consiglio dell’UE: la disciplina comune per la conservazione dei dati delle comunicazioni elettroniche come strumento di lotta contro criminalità e terrorismo. Durante il vertice informale di ieri (giovedì 11 marzo) dei ministri della Giustizia UE “la stragrande maggioranza dei convenuti ha espresso la convinzione che serva un quadro comune europeo per ottenere una risposta coerente da parte di tutti gli Stati membri nella cooperazione giudiziaria”, ha sottolineato la ministra portoghese Francisca van Dunem.
A partire dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea dello scorso ottobre che ha sancito il principio che non può esserci conservazione di dati personali senza la definizione di criteri specifici, la presidenza portoghese vuole dare una decisa svolta alle discussioni sul “pacchetto prova elettronica”. Si tratta di proposte per “rispondere alle difficoltà nell’accesso, conservazione e ottenimento di prove elettroniche nel contesto di indagini penali“, ha spiegato la ministra e presidente di turno van Dunem.
La complessità politica e tecnica del pacchetto richiede un lavoro di concerto con Commissione e Parlamento UE per trovare “un compromesso soddisfacente”. Anche da parte del commissario per la Giustizia, Didier Reynders, è stata espressa la volontà di una stretta collaborazione: “Durante il vertice informale ho ribadito la necessità per gli Stati membri di rispettare la sentenza”, ha dichiarato in conferenza stampa, “ma per il futuro serve un approccio comune, perché i sistemi giudiziari stiano al passo con le tecnologie, ma rispettando i diritti fondamentali“.
Dal primo trilogo politico tra Commissione, Parlamento e Consiglio dello scorso 10 febbraio, il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 18 marzo. “Ulteriori dettagli sulle fasi successive ancora non possono essere forniti, lavoriamo giorno per giorno”, ha però avvertito il commissario Reynders.
Oltre al tema della conservazione dei dati, la questione digitale ha permeato il vertice informale dei ministri, dalla lotta ai contenuti illegali online, alla digitalizzazione del sistema giudiziario. “La riunione è stata molto costruttiva”, ha confermato van Dunem, “è stata confermata la necessità di eliminare i contenuti illeciti online, coinvolgendo le piattaforme digitali nel contesto della legge sui servizi digitali”. A questo proposito, il commissario per la Giustizia ha aggiunto che “gli intermediari e le piattaforme online devono gestire i contenuti tendendo conto degli obblighi sui diritti fondamentali degli utenti” e ha promesso che “grazie alla collaborazione con Consiglio e Parlamento, il Digital Services Act diventerà realtà il prima possibile”.
Sul fronte della giustizia digitale, sia van Dunem sia Reynders hanno sottolineato con decisione che gli Stati membri “dovrebbero avvalersi dei finanziamenti Recovery” per seguire le orme dell’Estonia, il Paese UE più virtuoso, che “durante la pandemia COVID-19 ha dimostrato quanto siano fondamentali i fascicoli digitali”.
Ultimo punto all’ordine del giorno è stato l’aggiornamento sull’imminente adozione delle due decisioni di adeguatezza per lo scambio di dati con il Regno Unito: “Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) dovrà presentare il suo parere entro il mese di aprile“, ha puntualizzato il commissario Reynders, “poi la Commissione avvierà la procedura, che gli Stati membri dovranno approvare per dare il via libera definitivo”.