Roma – Partirà il 23 marzo, dalla prossima riunione del Consiglio superiore della magistratura, l’iter per la nomina dei 20 magistrati italiani delegati della procura europea. Si tratta di un passaggio necessario e urgente dopo che il Commissario per la Giustizia Didier Reynders aveva recentemente sollecitato l’Italia l’accelerazione per le nomine (anche perché avremo il maggior numero di giudici della EPPO). Oggi al Consiglio informale sulla Giustizia ha ribadito il suo pressing con tutti gli Stati membri insistendo “affinché la procedura di nomina sia accelerata per essere pronti per aprile“. Reynders ha precisato che “non è necessario partire già con 140 procuratori delegati, possiamo anche trovare una soluzione intermedia ma dobbiamo iniziare per continuare a combatter le frodi”.
Ora la proposta della ministra Marta Cartabia è pronta per il parere del CSM che subito dopo avvierà la procedura d’interpello, la raccolta delle candidature dei procuratori che saranno a tutti gli effetti i ‘sostituti’ in ogni Stato dell’Unione del Procuratore europeo. Una fase che dovrebbe concludersi abbastanza rapidamente anche perché, per cercare di recuperare il ritardo, da Palazzo dei Marescialli è già stato pubblicato un preavviso del bando per la selezione.
I criteri per la nomina, indicati dallo stesso CSM, naturalmente saranno in linea con questa missione: nella scelta sarà valorizzata l’esperienza nella conduzione di indagini per reati contro la pubblica amministrazione, criminalità economica e finanziaria e nella cooperazione giudiziaria internazionale.
La sede principale della Procura europea avrà sede a Lussemburgo e quando sarà concretamente operativa, diventerà il titolare esclusivo dell’azione penale per tutti i reati che relativi agli interessi finanziari dell’UE. I Procuratori europei delegati si occuperanno esclusivamente delle indagini della EPPO ed eserciteranno la propria competenza su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla loro sede di assegnazione.
Secondo quanto illustrato anche oggi dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, la Procura europea insieme all’organismo anti frodi dell’OLAF, avrà un ruolo nel Recovery fund. In particolare nella fase di ultimo controllo per eventuali casi di irregolarità o situazioni opache nelle gestioni nazionali.
Attualmente gli Stati membri partecipanti sono 22 (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna).