Bruxelles – L’immediato preoccupa, ma nei limiti delle incertezze comunque previste legate ai ritardi delle campagne vaccinali e alla diffusione dei COVID-19 e della sue varianti. Ma ciò che conta è il medio termine, perché è lì che si gioca la ripresa economica vera, e allora la BCE è decisa a intervenire ora per “salvaguardare la stabilità dei prezzi a medio termine” e mettere al sicuro il poi. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea libera quindi la potenza di fuoco del programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) da 1.850 miliardi di euro.
“Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo prevede che gli acquisti nell’ambito del PEPP nel prossimo trimestre saranno effettuati a un ritmo notevolmente superiore rispetto ai primi mesi di quest’anno“, annuncia la presidente Christine Lagarde nella tradizionale conferenza stampa di fine seduta. Da aprile dunque si immetterà più liquidità a sostegno dell’economia reale. Conferma che il ‘bazooka’ dell’eurotower resterà carico “almeno” fino a fine marzo 2022, ma Francoforte è deciso a lasciarlo attivo anche dopo, “fino a quando il Consiglio direttivo non giudicherà la crisi del coronavirus la fase è finita”.
Lagarde non nasconde che il numero elevato di contagli e relativo estensione e inasprimento delle misure di contenimento “stanno pesando sull’attività economica dell’area dell’euro nel breve termine”. Ma in seno alla BCE era stato previsto che le cose sarebbero andate così. Nel complesso – sintetizza Lagarde – i rischi che circondano le prospettive di crescita dell’area dell’euro nel medio termine sono diventati più equilibrati, sebbene permangano rischi al ribasso nel breve termine“.
A proposito di stime, le ultime proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro a disposizione di Lagarde e il suo staff prevedono una crescita annua del PIL reale al 4% nel 2021, 4,1% nel 2022, e del 2,1% nel 2023. Rispetto alle proiezioni macroeconomiche dell’Eurosistema di dicembre 2020, le prospettive per l’attività economica “sono sostanzialmente invariate”. Di per sè non una cattiva notizia, ma bisogna fare di più.
La BCE accelera per accelerare la ripresa, e torna a chiedere eguale decisione ai governi. Li invita a “finalizzare prontamente i propri piani di ripresa e impiegare i fondi per la spesa pubblica produttiva, accompagnata da politiche strutturali a favore della produttività“. Tali politiche strutturali sono “particolarmente importanti per affrontare le debolezze strutturali e istituzionali di lunga data e per accelerare le transizioni verdi e digitali”.