Bruxelles – Mercosur, adios. L’Austria è decisa a porre il veto sull’accordo di libero scambio con il blocco dei Paesi dell’America Latina (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, più il Venezuela sospeso a causa della situazione interna) per l’insostenibilità che la firma dell’intesa avrebbe. Il governo di Vienna giustifica il ‘nein’ al via libera con l’impatto per clima e ambiente. La convinzione che nuovi scambi con il Sudamerica non siano un buon affare per il benessere del pianeta non è del resto solo espressa in seno al Consiglio. Già in Parlamento il gruppo dei Verdi da mesi denuncia che questo accordo non s’ha da fare.
Il cancelliere Sebastian Kurz è però irremovibile, e non ha paura di attirarsi le ire dei partner europei, a cominciare dal Portogallo con la presidenza di turno che vorrebbe, entro fine giugno, riuscire a portare a conclusione negoziati che si trascinano da decenni. Un accordo politico tra le parti è stato trovato a giugno 2019, ma ora questa intesa viene stravolta. Le obiezioni che vengono mosse a Vienna è di incrinare la credibilità dell’UE rimangiando intese già trovate.
C’è però il mutato quadro politico nel ‘nuovo mondo’ a giocare un ruolo. E’ in particolare la linea dell’attuale presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, sull’Amazzonia a indurre gli austriaci a cambiare rotta. Vienna, in una lettera ufficiale fatta recapitare al primo ministro portoghese Antonio Costa, ha chiarito quindi che non accetterà alcun ‘gioco di palazzo’, e che il veto austriaco è quindi totale, riferito anche a ogni via alternativa di via libera all’accordo come dichiarazioni comuni o protocolli allegati all’accordo.
La mossa dell’Austria rischia di non restare isolata. Anche Belgio e Irlanda hanno dubbi sulla sostenibilità dell’accordo, e la Francia si è detta pronta a non firmare ad ogni costo, sempre per ragioni di eco-sostenibilità. Senza dimenticare che c’è una parte delle imprese italiane che è contraria ad andare avanti con questa strategia di scambi con l’America latina. L’Austria si fa dunque capofila di dubbi e malumori diffusi, e ora il libero scambio UE-Mercosur è rimesso in discussione.