Bruxelles – Ora è ufficiale: l’ex-presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, e i suoi ex-ministri Antoni Comín e Clara Ponsatí, non godono più dell’immunità parlamentare. La decisione è stata presa ieri sera (lunedì 8 marzo) dal Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria, con votazione segreta: per Puigdemont 400 voti a favore, 248 contrari e 45 astenuti, per Comín e Ponsatí 404 voti a favore, 247 contrari e 42 astenuti.
La richiesta di revocare l’immunità per i tre indipendentisti catalani in auto-esilio dal 2017 è arrivata dalla commissione giuridica del Parlamento UE lo scorso 24 febbraio. Nel rapporto preparato dal conservatore bulgaro Angel Dzhambazki (ECR) – approvato dalla commissione con 15 voti a favore, 8 contrari e 2 astensioni – si raccomandava al Parlamento di escludere la protezione dell’immunità parlamentare per gli eventi dell’indipendenza catalana del 2017, due anni prima dell’elezione dei tre politici catalani come membri del Parlamento UE.
Discrezione da parte dei gruppi parlamentari sul voto di ieri. Solo la sinistra radicale e i Verdi/ALE nell’ultima settimana avevano invitato i propri membri a votare contro la raccomandazione della commissione giuridica. “Il gruppo ritiene in questo caso che la competenza della Corte Suprema spagnola sia ancora contestata e non sia stata sufficientemente chiarita durante la valutazione effettuata dalla Commissione JURI”, ha commentato la presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento UE, Ska Keller. “Senza ulteriore chiarezza su questo elemento-chiave, il gruppo ritiene che la revoca debba essere rifiutata”.Ma
Cosa succede adesso
Dopo il voto del Parlamento UE, le autorità spagnole si potranno ora muovere per riattivare il mandato di arresto europeo, per riportare i tre leader indipendentisti catalani nel Paese e mandarli a processo. Le autorità di Madrid li accusano di essersi sottratti alla giustizia spagnola per i reati di ribellione, sedizione e appropriazione indebita di denaro.
Ma prima il processo per Puigdemont e Comín dovrà essere riattivato dal sistema giudiziario belga, incaricato di decidere se accettare o respingere la richiesta di estradizione della Corte suprema spagnola. Il caso dell’europarlamentare Ponsatí dovrà essere invece trattato dalla Scozia, dove si è stabilita dopo la fuga nel 2017.
Nonostante la revoca dell’immunità parlamentare, l’ex-presidente Puigdemont ha già annunciato che la battaglia non si chiude qui: “Comunque vada, combatteremo fino all’ultimo minuto, anche alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, se sarà necessario”, aveva dichiarato in conferenza stampa dopo la raccomandazione della commissione giuridica del Parlamento UE di due settimane fa.
Ma i team legali di Puigdemont e Comín confidano piuttosto nel precedente stabilito dal caso dell’ex-ministro della Cultura catalano, Lluís Puig. Lo scorso 7 gennaio il Belgio ha respinto la sua estradizione in Spagna, sostenendo che la Corte Suprema spagnola non è competente a giudicarlo e che si presenterebbe il rischio di non-rispetto della presunzione di innocenza.