Bruxelles – Uno scandalo rischia di mettere in difficoltà la coalizione tedesca tra CDU e CSU in vista delle elezioni politiche di settembre. Due deputati, uno per ogni partito, hanno ammesso di aver ricevuto, in quanto manager di aziende del settore, grandi somme di danaro da società privare per favorire l’acquisto da parte di società pubbliche di mascherine protettive.
Nikolas Loebel della CDU e Georg Nuesslein della CSU hanno ammesso le responsabilità ed hanno annunciato le proprie dimissioni, così come chiesto dal leader dei cristiano democratici Armin Laschet. L’abbandono dello scranno non avverrà però subito, ma con lo scioglimento del Parlamento ad agosto.
Il fatto in sé, in Germania, non ha rilevanza penale, in quanto i due hanno agito in qualità di manager, e non di parlamentari, però per la politica tedesca si tratta comunque di un fatto inaccettabile, come ha stigmatizzato Laschet in un’intervista radiofonica: “Chiunque faccia affari con queste protezioni, chiunque si arricchisca personalmente con esse, non è un rappresentante del popolo, e deve lasciare il Parlamento il prima possibile”.
Nello specifico Loebel, che è a capo di un’azienda sanitaria, ha ricevuto 250 mila euro e Nuesselein 660 mila per aver mediato contratti di acquisto di maschere di protezione da fornitori privati (il primo da un’azienda tedesca, il secondo da una società cinese) per le autorità pubbliche.