Bruxelles – È un messaggio di solidarietà che sa di invito a ingrossare le fila dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) quello inviato oggi dai co-presidenti del gruppo al Parlamento Europeo, Raffaele Fitto e Ryszard Legutko, all’indirizzo degli eurodeputati ungheresi di Fidesz che mercoledì sono stati espulsi dal gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo. “ECR è la vera patria dei valori conservatori e dell’eurorealismo”, si legge nella dichiarazione congiunta, ed è “sempre aperta a coloro che condividono i nostri valori e che considerano il gruppo Conservatori e Riformisti Europei come una possibile sede politica”.
L’eurodeputato italiano in quota Fratelli d’Italia e il collega polacco di Diritto e Giustizia hanno affermato che “il PPE si era già spostato sempre più a sinistra negli ultimi anni e ora ha completamente cessato di essere una forza democristiana” con la decisione di modificare le regole interne per espellere una delegazione nazionale intera dal gruppo se il partito in questione non rispetta i valori dello Stato di diritto. “Il gruppo ECR esprime la propria solidarietà agli eurodeputati ungheresi che hanno perso la loro sede politica nel PPE”.
Una strizzata d’occhio al leader del partito ungherese, Victor Orbán, che proprio in risposta alla decisione dei popolari europei mercoledì aveva formalmente abbandonato il gruppo parlamentare con una lettera indirizzata al capogruppo Manfred Weber. In attesa di capire come e con quali tempistiche si risolverà il processo di espulsione di Fidesz dal PPE, Legutko e Fitto hanno voluto ricordare che il gruppo ECR “è stato istituito come forza costruttiva per riformare l’Unione affinché funzioni meglio“, non per “separare i popoli europei gli uni dagli altri, ma per costruire ponti, avvicinandoli accettando e rispettando le loro peculiarità”.
La “patria dei valori conservatori” poggia sulla “famiglia come fondamento della società, l’integrità sovrana dello Stato nazionale, l’opposizione al federalismo dell’UE” e “un’immigrazione controllata in modo efficace”, ponendo fine “all’abuso delle procedure di asilo”. Tutte tematiche a cui Orbán è particolarmente sensibile e che sono state ribadite ieri dallo stesso premier ungherese in una nota: “È tempo di costruire una casa democratica europea che ospiterà i cittadini che non vogliono i migranti, il multiculturalismo, le rivendicazioni LGBTQ” e che “protegga le tradizioni cristiane dell’Europa, rispettando la sovranità delle nazioni”.