Bruxelles – Il governo di Roma ha bloccato una spedizione di 250mila dosi di vaccino AstraZeneca dirette in Australia, mettendo in moto per la prima volta il meccanismo di trasparenza introdotto dall’Ue a fine gennaio per bloccare l’export di vaccini fuori dall’Europa comunitaria, senza autorizzazione di Ue e Stati membri.
Le autorità italiane hanno ricevuto la richiesta di autorizzazione all’esportazione da parte della casa farmaceutica anglo-svedese per le dosi infialate nello stabilimento di Anagni, in provincia di Frosinone. Dopo la richiesta di autorizzazione all’export, venerdì scorso (26 febbraio) il premier Mario Draghi – impegnato con gli altri capi di Stato e governo al Summit europeo – ha notificato alla DG Sante della Commissione la proposta di non autorizzare l’export di questa partita. Proprio alla due giorni di vertice della scorsa settimana, Draghi al suo esordio da primo ministro a un Consiglio europeo – aveva sollecitato controlli più severi sulle esportazioni di vaccini per i produttori di vaccini che non erano in regola con i loro impegni contrattuali, come AstraZeneca.
Tra le motivazione del ‘no’ del governo di Roma il fatto che l’Australia non può considerarsi di fatto un Paese vulnerabile. Ma a pesare sulla decisione soprattutto il fatto che scarseggino le dosi di vaccini sia nella UE e in Italia e i ritardi nelle forniture dei vaccini soprattutto da parte di AstraZeneca, che a fine gennaio ha annunciato un taglio drastico delle dosi destinato all’Unione Europea (da oltre 80 milioni a 40 milioni, che “spera” di riuscire a consegnare entro il mese di marzo). Per Roma erano anche troppe (250mila) le dosi oggetto della richiesta di autorizzazione all’esportazione rispetto alla quantità di dosi finora fornite all’Italia, e più in generale, ai Paesi dell’UE.
La Commissione europea ha l’ultima parola sul blocco delle esportazioni che gli Stati membri possono proporre all’UE e in questo caso ha sostenuto la proposta di Draghi. Martedì 2 marzo l’Esecutivo ha informato l’Italia che “concordava con il provvedimento in oggetto” e l’esportazione è stata bloccata.
“La mossa italiana è sacrosanta. Le case farmaceutiche non possono fare il bello e il cattivo tempo: hanno degli obblighi legali e anche morali nei confronti dei cittadini europei. Il vaccino è di tutti e per questa ragione noi ci stiamo battendo per la sospensione dei brevetti così da poter facilitare una produzione europea che risponda e prevenga anche le pericolose varianti del Coronavirus”, così in una nota Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.
Il controverso meccanismo per bloccare le esportazioni fuori dall’Europa – o comunque subordinarlo all’autorizzazione di Stati membri e Commissione – era stato introdotto a fine gennaio proprio nella polemica dell’UE con AstraZeneca, accusata di favorire la distribuzione dei vaccini in Paesi fuori dall’Europa comunitaria, a cui invece aveva preannunciato un drastico taglio della fornitura nel primo trimestre 2021. Nemmeno di fronte al Parlamento europeo il Ceo della farmaceutica, Pascal Soriot, è riuscito a confermare le 180 milioni di dosi promesse all’UE nel secondo trimestre dell’anno. A quanto si apprende sarebbero state finora presentate 172 richieste di autorizzazione all’esportazione, e quella avanzata dall’Italia è l’unica ad essere stata bloccata.