Bruxelles – Un esordio senza acuti ma con lunghe fasi di studio per il gruppo di lavoro del Parlamento UE per lo scrutinio di Frontex (FSWG) durante il primo incontro con il direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, Fabrice Leggeri, e la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson.
Sono iniziate così le indagini conoscitive sulle presunte violazioni dei diritti fondamentali che riguardano Frontex da parte del gruppo di lavoro composto da 14 membri della commissione per le libertà civili (LIBE) e presieduto dall’eurodeputata maltese Roberta Metsola (PPE). La decisione di procedere attraverso un gruppo di lavoro è stata presa il 29 gennaio dalla commissione LIBE, dopo le notizie degli scorsi mesi sul possibile coinvolgimento dell’Agenzia UE nei pushback (respingimenti illegali di persone con diritto alla protezione internazionale ai confini dell’Unione Europea) al largo delle isole greche dell’Egeo.
“Voglio ribadire che è nell’interesse di Frontex fare luce sulle accuse e le preoccupazioni espresse dalle istituzioni europee e dai cittadini”, ha esordito Leggeri. “È utile per lo sviluppo trasparente dell’Agenzia e per stimolarci a fare meglio”. Il direttore esecutivo ha annunciato che “domani sarà presentata una relazione a riguardo, ma posso già anticipare che non ci sono evidenze che il personale di Frontex abbia partecipato a violazioni dei diritti fondamentali“.
Un primo pungolo è arrivato subito dalla relatrice olandese Tineke Strik (Verdi/ALE): “Il nostro obiettivo è che il controllo dei confini esterni sia operato nel pieno rispetto dei diritti umani” e per questo motivo “ci dobbiamo assicurare che le informazioni ancora non accessibili siano messe a disposizione quanto prima“. Da parte del gruppo di lavoro ci si aspetta “piena collaborazione” da parte di Frontex, considerato anche il clima di particolare attenzione che sta investendo l’Agenzia: non solo per le discussioni al Parlamento UE (dove le sinistre chiedono le dimissioni del direttore esecutivo Leggeri), ma anche per le indagini di mala-gestione da parte dell’Ufficio anti-frode dell’UE (OLAF) e della Mediatrice europea, Emily O’Reilly.
Leggeri ha assicurato di essere “pienamente disponibile a collaborare con gli organi inquirenti e con le istituzioni europee”, invitando i membri del Parlamento Europeo al quartier generale di Frontex a Varsavia, “in modo che possiate avere accesso alla consultazione di tutti i documenti rilevanti disponibili“. Secondo il direttore esecutivo dell’Agenzia, “il quadro sui diritti fondamentali è già operativo”, ma nell’area dell’Egeo c’è una “particolare complessità negli interventi”, determinata da “grossi flussi di immigrazione irregolare, attività criminali, oltre a competizione militare e dispute marittime tra Grecia e Turchia”.
Sul fronte della Commissione Europea, Ylva Johansson ha voluto ricordare che per l’Unione Europea è fondamentale “proteggere i confini esterni per combattere le tratte criminali e gestire i fenomeni migratori”. Ma questo compito “non è una passeggiata”, ha sottolineato la commissaria per gli Affari interni. “Richiede grande professionalità“ e per questo motivo è stato chiesto a Frontex di “apportare miglioramenti in fretta e che chiarisca le modalità con cui gestisce la sicurezza dei confini esterni dell’Unione“.
Richieste che la Commissione ha avanzato al direttore esecutivo da quando sono scoppiate le polemiche a inizio novembre dello scorso anno. “La trasparenza è fondamentale per la reputazione e la fiducia nei confronti dell’Agenzia”, ha ricordato la commissaria, che ha invitato Leggeri a non interpretare le attenzioni crescenti nei confronti dell’operato dell’Agenzia “come un atto ostile”. Per Johansson sarebbe “molto pericoloso”. Al contrario, sia le preoccupazioni espresse al Consiglio Europeo, sia le indagini dell’ufficio Anti-frode, della Mediatrice europea e del gruppo di lavoro del Parlamento UE “possono essere tutti modi per aiutare Frontex a svolgere meglio le proprie missioni“, ha rassicurato la commissaria. “Mi aspetto da Frontex che sia un’agenzia di primo livello e che operi in modo legale e senza violazioni”, ha concluso. “Dobbiamo accogliere il dibattito pubblico sulle modalità di svolgimento del lavoro dell’Agenzia come un ulteriore stimolo alla trasparenza”.