Bruxelles – Tra polemiche e tentennamenti alla fine l’Unione Europea ha deciso: i ministri degli Affari Esteri riuniti nel Consiglio UE hanno adottato sanzioni mirate nei confronti di quattro soggetti responsabili di aver contribuito alla violazione di diritti umani in Russia e, nello specifico, di aver contribuito all’arresto e alla condanna dell’oppositore del Cremlino Alexei Navalny. È la prima volta inoltre che l’UE adotta delle misure restrittive nell’ambito del regime globale di sanzioni contro chi si macchia di violazioni dei diritti umani messo in piedi a dicembre 2020 che aveva preso il nome del suo omologo americano (Magnitsky Act).
La decisione riguarda quattro cittadini russi, ritenuti colpevoli tra l’altro di aver avuto una condotta illecita nella repressione delle manifestazioni pacifiche che avevano mobilitato le piazze russe dopo l’arresto di Navalny. Da oggi (2 marzo), nei confronti di Alexander Bastrykin, (Capo della commissione d’inchiesta della Federazione Russa, collega del presidente Vladimir Putin dai tempi dell’università), Igor Krasnov, (il Procuratore Generale del Paese), Viktor Zolotov, (Capo della Guardia nazionale russa) e Alexander Kalashnikov, (Capo del servizio carcerario federale) sono disposti il divieto di ingresso e di circolazione nel territorio nell’UE e il congelamento dei loro beni qui posseduti. A tutte le persone fisiche e giuridiche dell’Unione Europea è fatto divieto di trasferire denaro verso i quattro soggetti sanzionati.