Bruxelles – È guerra diplomatica tra Bruxelles e Caracas. Su iniziativa dell’alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il Consiglio UE ha espulso l’ambasciatrice venezuelana presso l’Unione Europea, Claudia Salerno Caldera.
La decisione di dichiarare l’ambasciatrice “persona non grata” è arrivata dopo la disposizione di mercoledì (24 febbraio) da parte del governo di Caracas di fare altrettanto nei confronti di Isabel Brilhante Pedrosa, ambasciatrice UE in Venezuela, a sua volta in risposta alle nuova tornata di sanzioni imposte da Bruxelles. “L’Unione Europea considera questa dichiarazione del tutto ingiustificata e contraria all’obiettivo dell’UE di sviluppare relazioni e costruire partenariati nei Paesi terzi”, si legge nella nota.
“Ho difeso il Venezuela gestendo il rapporto con l’Unione Europea con sobrietà e rispetto”, ha commentato su Twitter l’ambasciatrice Salerno Caldera. “Ma l’indipendenza e la sovranità del nostro Paese non si negoziano. Il Venezuela rispetta se stesso”.
Soy una orgullosa hija de Simón Bolivar. He defendido a #Venezuela manejando la relación con la Unión Europea con sobriedad y respeto.
Pero la independencia y la soberanía de nuestra Patria no se negocian.
Venezuela se respeta. #UE @CancilleriaVE @NicolasMaduro— Claudia Salerno Caldera (@cscaldera) February 25, 2021
Alta tensione a Caracas
Mercoledì sera il presidente della Repubblica del Venezuela, Nicolás Maduro, aveva dichiarato che “se l’Unione Europea non opererà una rettifica delle sanzioni imposte ai funzionari venezuelani, non vi sarà mai più una ripresa del dialogo bilaterale” per trovare una soluzione alla crisi interna del Paese.
Maduro ha sottolineato che “il Venezuela ha la sua dignità e sa rispondere a qualsiasi aggressione, da qualunque parte essa provenga“, anche dichiarando “persona non grata l’ambasciatrice Brilhante Pedrosa”. Il presidente ha attaccato Bruxelles (“crede di essere la nuova potenza imperiale mondiale con un diritto di trattare i Paesi latinoamericani come sue colonie”) e si è rammaricato della decisione di imporre nuove sanzioni, dopo che “già erano stati fatti passi importanti con una nazione europea per ristabilire il dialogo”.