Bruxelles – Regole di autorizzazione troppo complesse e tempi lunghi per ottenere i permessi per nuovi progetti non consentono all’eolico europeo di crescere quanto dovrebbe per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Ue. “Il problema principale sono i permessi delle autorizzazioni”, spiega l’ultimo rapporto di WindEurope, rappresentante dell’industria del vento in Europa, che evidenzia una riduzione del 6 per cento della nuova capacità eolica installata nel 2020 rispetto al 2019 in Europa comunitaria e Regno Unito, pari a 14,7 Gigawatt di nuova potenza. L’80 per cento di queste installazioni è stato realizzato a terra (eolico onshore) mentre il 20 per cento in mare aperto (offshore), principalmente nel Mare del Nord.
In totale, nel 2020, l’energia eolica ha fornito il 16,4 per cento del mix energetico dell’Unione Europea, inclusi Norvegia e Regno Unito, ma secondo WindEurope l’Europa non sta costruendo abbastanza nuovo eolico per incontrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di aumento di energia rinnovabile (fino al 40 per cento al 2030) previsti dal Green Deal. Secondo le proiezioni del rapporto, l’Unione Europea dovrebbe costruire solo 15 GW all’anno di nuovo eolico nel periodo 2021-25, mentre secondo le loro stime dovrebbero arrivare a 18 GW all’anno di nuova capacità installata nel decennio 2021-30 per raggiungere l’obiettivo 2030 delle energie rinnovabili dell’UE e 27 GW all’anno per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento entro il 2030..
Tempi lunghi per le autorizzazioni
Le regole e le procedure di autorizzazione sono troppo complesse e i governi “non impiegano abbastanza persone per elaborare le domande di autorizzazione”, scrive WindEurope attribuendo in sostanza alla burocrazia la lentezza della crescita di nuovi parchi eolici nell’Ue. “Il risultato è che ci vuole troppo tempo per ottenere i permessi per nuovi progetti, le decisioni sui permessi sono state contestate nei tribunali e gli sviluppatori sono scoraggiati dal perseguire nuovi progetti a causa dei rischi e dei costi coinvolti”, prosegue il rapporto. Segue una raccomandazione ai governi a “intraprendere azioni urgenti per affrontare questo problema”. “Le regole e le procedure di autorizzazione sono troppo complesse”, commenta Giles Dickson, CEO di WindEurope, appellandosi ai governi per affrontare questo problema. “Altrimenti il Green Deal è a rischio”.
Nel 2020 sono stati i Paesi Bassi a installare la maggior parte di nuova capacità (2 GW, principalmente offshore) seguiti da Germania, Norvegia, Spagna e Francia. La Germania, da sempre all’avanguardia sull’energia eolica in Europa, ha installato solo 1,65 GW di nuovi parchi eolici lo scorso anno, il livello più basso registrato in un decennio. E anche nel caso di Berlino “le autorizzazioni sono state il problema principale”, anche se il numero di nuovi permessi per parchi eolici è aumentato lo scorso anno, indice di una ripresa del Paese. Nei prossimi cinque anni il rapporto stima che sarà il Regno Unito a installare la maggiore capacità eolica in Europa, 18 GW in totale, seguita dalla Germania (16 GW), Francia (12 GW), Svezia (7 GW) e Paesi Bassi.